Giro, impresa Bais sul Gran Sasso: sua la settima tappa. Leknessund resta in rosa

GIRO D’ITALIA 2023. Davide Bais ha vinto la tappa da Capua a Campo Imperatore dopo una fuga di 215 km. Secondo Karel Vacek, terzo Simone Petilli. La maglia rosa resta al norvegese Andreas Leknessund.

Una fuga lunghissima per oltre 215 km e alla fine Davide Bais (Eolo-Kometa Cycling Team) si aggiudica la prima tappa al Giro d’Italia della sua carriera: staccati negli ultimi metri i compagni di fuga Karel Vacek (Corratec), e Simone Petilli (Intermarché Circus Wanty) con i quali ha condiviso la settima tappa del Giro d’Italia da Capua a Campo Imperatore, con arrivo a quota 2.130 metri. Dopo la settima tappa della corsa cambia poco o niente in classifica generale, la maglia rosa resta sulle spalle del norvegese Andreas Leknessund, con i big che hanno preferito non rischiare. Sorride l’Italia, che dopo la vittoria di Jonhatan Milan a san Salvo si gode quella del trentino Bais e il terzo posto di Petilli.

Bais: «Sono davvero felice»

«Non pensavo di avere chance, volevo dare una mano a Fortunato e guadagnare un po’ di punti per la maglia azzurra. Quando ho visto che potevo andare, mi sono gestito un po’ per andare più forte nel finale. Devo ancora realizzare quello che è successo, da tanto tempo inseguivo questa vittoria e sono davvero felice. Voglio dedicare la vittoria al nostro compagno Arturo Gravalos che sta attraversando un momento difficile, alla mia fidanzata, alla mia famiglia e a tutta la squadra», le parole di Bais alla fine della tappa.

Vacek: «Come se avessi vinto»

Non nasconde la soddisfazione Vacek a fine giornata: «Non ho vinto, ma è come se lo avessi fatto - dice - Da sei anni non lottavo per vincere, da under me la giocavo con Evenepoel e invece ho affrontato un periodo durissimo. Volevo smettere e non dovevo nemmeno partecipare al Giro».

La gara

La tappa parte da Capua e dopo appena sette chilometri si forma una fuga a quattro: Mattia Bais (Eolo Kometa) è il primo a muoversi, ma a formare l’azione giusta sono il fratello Davide, Simone Petilli (Intermarché Circus Wanty), Henok Mulubrhan (Green Project Bardiani Csf Faizanè) e Karel Vacek (Corratec). Il gruppone preferisce risparmiare le energie fisiche e mentali, e li lascia andar via.

I primi novanta chilometri di falsopiano, che portano da Campania ad Abruzzo via Molise, scorron via tra mantelline e gambali con un distacco che tocca i dieci minuti. E anzi li supera dopo il Gran Premio della Montagna di Roccaraso, che riporta un clima atmosferico sereno sulla carovana e riduce i battistrada a un terzetto: Petilli (che si gode la maglia rosa virtuale), Bais (che si è preso di forza il GPM) e Vacek in discesa sfiorano i 13 minuti di vantaggio fino al traguardo volante di Bussi sul Tirino, conquistato da Davide Bais. Il trio di testa procede concentrato e regolare sul successivo tratto pianeggiante, che precede gli ultimi 43 km decisivi: la lunga scalata del Gran Sasso. Di passo, senza strappi, col graduale distacco in coda delle ruote veloci e di quelle che hanno tirato maggiormente nella sezione precedente del percorso, il gruppo trainato dalla DSM del leader Leknessund rosicchia sì terreno, ma molto lentamente.

Leknessund resta in rosa

Nessuna squadra dei big si prende responsabilità, i tre al comando superano i 210 chilometri faccia al vento e vanno a giocarsi la vittoria e spartirsi il podio di giornata. Il gruppo, regolato da Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep) davanti a Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e Thibaut Pinot (Groupama FDJ), arriva a 3’11» mentre Leknessund si tiene stretta la maglia rosa.

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