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Giovedì 30 Marzo 2017
Giro d’Italia, quattro maglie speciali
firmate Santini, c’è anche la «nera»
Quattro maglie dedicate alle quattro tappe più significative e anche la famosa maglia nera che per alcuni anni ha identificato il ciclista ultimo in classifica.
Una partnership storica nata nel 1993 quella che si rinnova anche quest’anno tra Santini Cycling Wear e il Giro d’Italia e che conferma l’impegno dell’azienda bergamasca a fianco della prestigiosa corsa. Oltre alle quattro maglie leader, Santini lancia una capsule collection dedicata all’edizione 2017 voluta per celebrare le tappe più significative del tracciato di gara aventi come soggetto la Sardegna, la tappa appenninica da Ponte a Ema a Firenze, la tappa Rovetta-Bormio e quella Monza-Milano. Ai quattro capi speciali si aggiunge la leggendaria Maglia Nera, la jersey che fino al 1951 era destinata al corridore ultimo in classifica.
La maglia dedicata alla Sardegna, regione da cui prenderà il via il Giro, è caratterizzata dai colori del Mar Mediterraneo e presenta sul retro il disegno della tradizionale pavoncella sarda che si intreccia con il simbolo dell’infinito, usato quest’anno come logo per i cent’anni del Giro d’Italia. Sopra la pavoncella, ci sono i nomi delle città di arrivo delle tre tappe sarde. Il legame con questi luoghi caratterizza l’intero design della maglia: la bandiera della regione campeggia sul retro, le maniche sono decorate con un disegno grafico ispirato ai tradizionali tappeti sardi e l‘interno del colletto presenta la scritta “L’isola infinita” per la longevità dei suoi abitanti.
L’undicesima tappa, quella appenninica dedicata a Bartali, partirà da Ponte a Ema a Firenze, luogo di nascita del celebre Gino, vincitore di 3 titoli del Giro d’Italia e di 7 maglie del Re delle montagne. Per celebrare i suoi risultati, ma anche i suoi sforzi per aiutare la resistenza nella seconda guerra mondiale, gli è stata dedicata una maglia speciale. Nella grafica della maglia sono stati inseriti alcuni dettagli che richiamano la sua vita: la scritta “Bartali” sul petto è sovrastata da montagne fatte di lettere, come quelle che Gino portava segretamente durante la guerra e sul retro è riportata una sua citazione: «Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca». I colori giallo e blu scelti per la maglia sono i più rappresentativi della sua carriera.
La terza maglia celebra lo Stelvio che quest’anno è la “Cima Coppi”, titolo che viene assegnato ogni anno alla vetta più alta della gara. La magnifica salita sui 2.757 metri dello Stelvio verrà affrontata dai corridori durante la tappa Rovetta-Bormio. Sul fronte della maglia campeggia la scritta W COPPI , come quelle che si trovavano sull’asfalto delle strade durante le gare. Per onorare questo campione leggendario, è stato inoltre stampato, sulla parte interna del colletto, il suo soprannome “Il Grande”. Un pattern realizzato con il simbolo dell’otto rovesciato, che rappresenta lo slogan “Amore infinito” dell’edizione 2017 del Giro d’Italia caratterizza le maniche della jersey mentre le scritte Bormio e Rovetta, una sulla destra e una sulla sinistra, rappresentano i punti di partenza e arrivo della sedicesima tappa.
La jersey dedicata all’ultima tappa del Giro, quella che porta i corridori dall’Autodromo di Monza al Duomo di Milano, riprende i colori rosa e oro della Maglia Rosa. Sul petto, il profilo del Duomo sovrasta la scritta Monza - Milano, citate anche alternativamente sulle maniche. Queste sono inoltre caratterizzate da un pattern realizzato con il simbolo dell’otto rovesciato, che rappresenta lo slogan “Amore infinito” dell’edizione 2017 del Giro d’Italia. La scritta “L’onda invincibile” sul retro della maglia fa riferimento al titolo di un articolo apparso su La Gazzetta dello Sport durante la prima edizione della gara.
La maglia Nera completa la capsule collection firmata Santini e dedicata al Giro d’Italia. Questa jersey richiama la leggenda della Maglia Nera che veniva assegnata all’ultimo in classifica tra il 1946 e il 1951 e, ironicamente, era molto ambita dai corridori, che facevano di tutto per conquistarla: alcuni arrivavano addirittura a forare le gomme delle proprie biciclette.
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