Andata e ritorno dal purgatorio della B: loro sanno che significa. Oltre a operare con passione nel mondo del calcio giovanile (uno allena i giovanissimi dell'Aldini, l'altro è responsabile del vivaio della Juve), ad accomunare Maurizio Ganz e Massimo Carrera ci sono le emozioni che li hanno legati all'Atalanta: quattro stagioni il primo (100 presenze e 42 gol in campionato) sette il secondo (217 presenze e 3 reti) entrambi hanno vissuto in prima persona sogni europei, discese in B, e risalite verso la serie A.
«È un peccato la retrocessione di quest'anno, non rispecchia certo il valore della rosa nerazzurra - attacca HoolyGanz, oggi 41enne -. Risalire al primo colpo? Spero di sì, ma non sarà semplice: in B si gioca un calcio molto diverso e con Lecce, Brescia e Torino in A già quest'anno si eviterebbero molti problemi». «La storia dice che l'Atalanta ha il dovere di riprovarci subito - continua l'ex capitano nerazzurro, oggi 45enne -. Ora regna l'incertezza, ma sono sicuro che i programmi saranno adeguati a un campionato di vertice».
Consigli per gli acquisti e dintorni. Il primo, per l'attacco, dice che la prima operazione passa per una conferma: «Quella di Tiribocchi, uno che può garantire una ventina di gol. Per la panca punterei su “martello”: in campo e fuori servirà gente che abbia fame».
Il secondo non esclude che sì, l'Atalanta che verrà, potrebbe anche rispecchiare quella che dieci anni fa risalì in A con il «Vava» al timone, lui in difesa, e intorno una banda di giovani terribili: «Se Bonacina è la persona giusta e il materiale umano c'è, non vedo perché non riprovarci: anche allora c'era qualche dubbio, poi i fatti ci diedero ragione».
Ma Cristiano Doni che farà? Compagno di entrambi nella stagione 2000/01, il pensiero stavolta è unico: «Sta a lui decidere compatibilmente con la sua condizione fisica - dicono i due -: la sua presenza in campo e fuori, anche solo part time, sarebbe però determinante».
Per il toto presidente, Carrera sposa l'idea Percassi: «Ex calciatore, ex presidente, conoscitore della piazza: sarebbe l'ideale». Ganz, invece, se passaggio di proprietà sarà, spera che l'addio della piazza ai Ruggeri non sia al veleno: «Capisco l'amarezza dei tifosi, perché a Bergamo c'è una passione unica, ma la famiglia Ruggeri sta vivendo anni non semplici. Credo che il suo operato vada valutato nell'insieme di questi sedici anni».
Luca Persico
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