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Martedì 18 Febbraio 2014
Fanchini, «legno» e lacrime
Ma l’Italia supera Vancouver
Undici centesimi bastano per piangere. Nadia Fanchini sa che un’altra occasione così forse non ricapita: il suo gigante da grande alle Olimpiadi di Sochi si chiude con un quarto posto, di un soffio dietro alle regine della neve.
Undici centesimi bastano per piangere. Nadia Fanchini sa che un’altra occasione così forse non ricapita: il suo gigante da grande alle Olimpiadi di Sochi si chiude con un quarto posto, di un soffio dietro alle regine della neve, da Tina Maze che bissa l’oro già vinto in discesa, a Anna Fenninger d’argento.
Ma davanti alla regina Usa, Mikaela Shiffrin, a 18 anni la specialista dello slalom voleva la medaglia anche in gigante e invece quinta è rimasta fuori.
Si dispera a caldo la Fanchini perché il bronzo era davvero vicino: prima piange, poi cerca di vedere il bello anche di una medaglia di legno. «È chiaro che quando sei fuori dalle medaglie per 11 centesimi il rammarico c’è - dice l’azzurra, cade invece Federica Brignone e va ko il menisco, giù pure Denise Karbon -, anche perché ho commesso qualche errore nella parte alta della seconda manche. Però devo accettarlo, lo sport è fatto così e io devo pensare alle prossime gare».
Contenta però per come “ho reagito dopo due gare andate male ho ritrovato la serenità per fare una bella gara. In questo momento il gigante è la disciplina che mi dà più soddisfazioni”.
Un altro «legno» per l’Italia che si porta così a quota cinque: ma con il bronzo regalato dalla staffetta rosa dello short track guidata dalla insaziabile Arianna Fontana il conto a cinque giorni dalla fine dei Giochi parla di 6 medaglie. Superate le cinque di Vancouver, la soglia minima oltre la quale se non fare festa almeno non disperarsi. Certo al conto manca sempre un oro (quattro anni fa arrivò al fotofinish quello di Giuliano Razzoli nello slalom), e per questo con i quattro bronzi e i due argenti conquistati finora l’Italia resta comunque nell’anonimo ventesimo posto del medagliere.
Ma a casa Azzurri l’ottimismo non manca: «Abbiamo avuto due gare non fortunate - ammette il presidente del Coni Giovanni Malagò, che domani festeggia il primo anno del suo mandato, riferendosi alla caduta di Omar Visintin nello snowboard e il quarto posto della Fanchini - ma ai Giochi invernali ci sono variabili che impattano sul risultato in maniera incredibile». Il nuovo jolly da pescare possibilmente dorato in mente già ce l’ha: Roland Fischnaller, ancora snowboard.
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