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Mercoledì 01 Aprile 2020
Facchinetti: «Rinascerò, rinascerai»
allo stadio ogni volta che giocherà la Dea
L’annuncio del cantante: «Mi ha chiamato Percassi e mi ha comunicato la decisione della società Atalanta. Orgoglio unico, sono commosso».
«Rinascerò, rinascerai» la canzone che Roby Facchinetti ha composto insieme a Stefano d’Orazio per Bergamo è prima in classifica per numero di visualizzazioni. Lo conferma lo stesso cantante bergamasco nella sua pagina ufficiale su Facebook annunciando anche, in un lungo messaggio di ringraziamento, che la società Atalanta bergamasca calcio ha deciso di far ascoltare «Rinascerò, rinascerai» ogni volta che la Dea giocherà allo stadio. «Proprio ieri infatti mi ha chiamato il presidente Percassi - ha spiegato Roby Facchinetti –, per annunciarmi che la società ha deciso che “Rinascerò, rinascerai” verrà fatta ascoltare ogni volta che la Dea giocherà nel suo stadio. Per me questo è un orgoglio unico, e mi commuove».
«Ma vorrei cogliere l’occasione di questo dovuto ringraziamento a voi anche per ringraziare i tanti compagni di viaggio, che sull’onda del cuore mi hanno accompagnato in questo progetto, dopo che il dolore e la rabbia avevano preso il sopravvento su di me alla vista di quella fila interminabile di camion carichi di bare. Sapevo che su quei mezzi dell’esercito c’era anche un mio parente, sapevo che c’era un amico carissimo, sapevo che c’erano decine di conoscenti. C’era la mia gente, su quella strada a pochi passi da casa mia, sotto un’alba livida. La musica del brano “Rinascerò, rinascerai” è nata poco tempo dopo quella visione, quella consapevolezza, quella rabbia. Per riscattare tutto, anche il dolore, provando a fare qualcosa per la mia città ferita: e non solo, visto che il brano vuole essere per chiunque, per tutti quelli che soffrono a causa del virus, per la nostra Italia e per un mondo mai come oggi unito purtroppo da qualcosa d’imponderabile e tristemente universale».
«Subito dopo aver composto la musica del brano, con in mente già le parole del titolo, ho telefonato a Stefano. Ed è Stefano il primo che debbo, voglio ringraziare. Ha capito subito tutto, e in poco tempo ha messo sulle note le parole giuste, anzi: le giuste emozioni. Con il cuore, come lui solo sa fare» ha detto ricordando il sodalizio dei Pooh.
«È stata Giovanna, mia moglie, da anni volontaria per l’Aido proprio all’ospedale Papa Giovanni XXIII cui devolviamo tutti gli incassi del brano, a dirmi: chiamiamo i medici - ha spiegato Facchinetti ripercorrendo la genesi del videoclip che accompagna la canzone –. Coinvolgiamoli. Sono loro, in effetti, gli eroi e le eroine di questa nostra terribile contingenza. Ed ancora una volta loro hanno mostrato la loro profondità umana e spirituale: più di trenta, si sono fatti fotografare con in mano un cartello col titolo del brano, e mi hanno girato le foto per il clip. Loro, sorridenti malgrado fatica e sofferenze, che condividono la voglia di farcela. Commuove, vederli: il gruppo del pronto soccorso, le infermiere dei reparti, i chirurghi… Straordinario. A loro il grazie più grande che posso».
«Infine volevo ci fosse anche l’Atalanta, in questo video. Il sogno di Bergamo, la nostra Dea, doveva esserci: anche come occasione per regalare un angolo di futuro limpido, alle nostre menti tanto oscurate da questa orribile epidemia. Allora ho chiamato il Mister Gasperini e diversi giocatori: e anche loro hanno voluto prendere parte al progetto. Anzi, l’Atalanta ha fatto persino di più. Proprio ieri infatti mi ha chiamato il presidente Percassi, per annunciarmi che la società ha deciso che “Rinascerò, rinascerai” verrà fatta ascoltare ogni volta che la Dea giocherà nel suo stadio. Per me questo è un orgoglio unico, e mi commuove».
«E allora che sia chiaro, amici. Questa canzone la considero nostra, ormai, non solo mia e di Stefano. Siamo tutti noi, che ci schieriamo al fianco di Bergamo ferita e dell’Italia ferita, che ci stringiamo alle famiglie che soffrono, che rivolgiamo un pensiero a chi ci ha lasciati. Siamo tutti noi, davvero insieme, che tramite questo brano proviamo a reagire a questi giorni terribili e a diffondere il più possibile una risposta di carica, positività, speranza. È un altro miracolo della musica, credo. Perché come sempre, la musica sa confortare lo spirito, ricentrare le anime e accarezzare i cuori. Come sempre, la musica aiuta. Cura. Nel nostro caso cura le nostre anime contribuendo in concreto al difficile e mai abbastanza lodato lavoro di chi in ospedale, in corsia, sulle ambulanze, affronta il nostro comune, invisibile, nemico. Grazie ancora, a tutti. E continuiamo così, non arrendiamoci. Anche se so che non succederà. Lo so per quanto riguarda me, che sono nato un po’ in collina come tutti noialtri bergamaschi, e dunque lo so che (coriacei come siamo!) ne usciremo. E lo so perché ormai conosco tutti quanti voi. Sono certo, che ce la faremo. Sono certo, che -INSIEME- resisteremo: finché le campane delle città non torneranno a suonare a festa».
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