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Sabato 06 Settembre 2014
Ecco a voi il rugby subacqueo
Chi vuol fare una squadra a Bergamo?
Una sfida amichevole per far conoscere una disciplina che ai bergamaschi al momento non dice nulla. È il rugby subacqueo, una delle discipline della Fipsas sezione attività subacquee: alle piscine Italcementi sono stati protagonisti i ragazzi del Rugby Sub Milano.
Una sfida amichevole per far conoscere una disciplina che ai bergamaschi al momento non dice nulla. È il rugby subacqueo, una delle discipline della Fipsas sezione attività subacquee: alle piscine Italcementi sono stati protagonisti i ragazzi del Rugby Sub Milano, che hanno organizzato una sfida tra numerosi club provenienti da molti nazioni d’Europa. Germania, Lussemburgo, Spagna, Repubblica Ceca, oltre alle formazioni italiane di Firenze, Napoli e della stessa Milano.
E Bergamo? I cugini milanesi sono venuti infatti in trasferta sotto le mura per far vedere alla città questa disciplina che non ha ancora avuto seguaci in provincia, nonostante il movimento delle attività subacquee stia iniziando ad ingrandirsi come dimostrano i titoli nell’apnea e nel tiro a segno subacqueo.
«A Bergamo stiamo cercando di far crescere una squadra- ha affermato Silvia Tagliaferri, presidente del Rugby Sub Milano -, ma ancora non abbiamo trovato nessuno che sia interessato a formarla. A noi è successo così a Milano grazie a un team di Firenze, è nato tutto tra appassionati di sub: siamo qui per questo e invitiamo la gente a venire da noi (www.rugbysub.it): gli daremo il supporto necessario per formare una squadra».
Cos’è allora il rugby subacqueo? È nato nel Nord Europa, ed è arrivato in Italia 20 anni fa a Firenze. Si sta in vasca con maschera e pinne, si sfrutta tutto il volume della piscina. Due squadre da 6 atleti che si danno il cambio: l’obiettivo è quello di fare canestro sul fondo della piscina (minimo 3,5 metri) con una palla pesante tre chili, caricata d’acqua e sale. Le squadre sono miste ad eccezione delle gare Nazionali. Ovviamente è previsto lo scontro fisico come nel rugby tradizionale: vale tutto, tranne colpi violenti e antisportivi ed è proibito attaccarsi all’attrezzatura avversaria.
Simone Masper
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