Dopo il riposo, in questa settimana si decide tutto

Ultima giornata di riposo al Giro d’Italia, in attesa della settimana che deciderà il vincitore dell’edizione numero 106. La notizia di giornata è l’annuncio di Mark Cavendish che a fine della stagione si ritirerà.

«Sento che è il momento perfetto per dire che questo sarà il mio ultimo Giro d’Italia e che il 2023 sarà la mia ultima stagione da ciclista professionista - le parole del britannico, accompagnato dalla moglie e dai suoi quattro figli nella conferenza stampa convocata a Coiccaglio, in Lombardia -. Il ciclismo è la mia vita da oltre 25 anni. Ho vissuto un sogno assoluto».

Dopo una seconda settimana che non ha offerto particolari scossoni, il Giro si appresta dunque ad entrare nelle sue decisive giornate. La terza settimana della Corsa Rosa proporrà infatti tre tappe molto impegnative con arrivo in quota e una cronoscalata al penultimo giorno che potrebbero completamente cambiare i connotati alla classifica generale, che dopo il giorno di riposo vedrà Bruno Armirail (Groupama-FDJ) ripartire in maglia Rosa e i principali contendenti al successo finale divisi tra loro da pochi secondi.

La prima occasione per smuovere le acque arriverà già martedì, con la Sabbio Chiese-Monte Bondone di 203 km. Quattro GPM, il Passo di Santa Barbara, il Passo Bordala, il Matassone e Serrada anticiperanno la mitica scalata trentina del Bondone, che nella storia ha reso celebri alcuni corridori e altri - come Charly Gaul - li ha resi leggenda. La salita finale, presa da Aldeno, è irregolare (21,4 km al 6,7%), con i tratti più duri che sono i primi 3 km (al 9%) e quello che va dal km 12 al 19 (8,2%). La giornata sarà delicata anche in ottica Maglia Azzurra.

Tolta la passerella finale di Roma, l’unica giornata che sulla carta dovrebbe essere tranquilla questa settimana è la Pergine Valsugana-Caorle, 197 km completamente pianeggianti che porteranno i corridori sulla costa adriatica, per quella che dovrebbe essere la penultima chance per gli sprinter.

Torneranno le insidie giovedì, con la Oderzo-Val di Zoldo di 161 km, la tappa in linea più breve di questo Giro, se si esclude sempre la frazione conclusiva nella Capitale. Dopo il Passo della Crosetta in apertura, i corridori andranno incontro ad un finale esplosivo, prima con la scalata di Forcella Cibiana (1ª cat., 9,6 km al 7,8%), da superare a 26 km dall’arrivo, e poi, dopo la discesa, con le salite verso Coi (2ª cat., 5,8 km al 9,7%) e subito dopo l’arrivo in Val di Zoldo, a Palafavera (2ª cat., 2,7 km al 6,4%). Venerdì sarà invece il momento del tappone dolomitico, quello che, vincendolo, ti fa entrare di diritto nella storia di questa corsa, e quello che, nell’immaginario collettivo, è la rappresentazione ideale del Giro, «la corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo». I panorami delle Dolomiti, però, interesseranno poco ai corridori, che saranno chiamati a una fatica estrema nella Longarone-Tre Cime di Lavaredo di 183 km. In rapida successione i corridori affronteranno il Passo Campolongo (2ª cat., 3,9 km al 7%), Passo Valparola (1ª cat., 14,1 km al 5,6%), Passo Giau (1ª cat., 9,9 km al 9,3%) e Passo Tre Croci (2ª cat., 7,9 km al 7,2%), prima di arrivare nei pressi del Lago di Misurina e cominciare la scalata finale verso le Tre Cime di Lavaredo (1ª cat., 7,2 km al 7,6%), con gli ultimi 4 km costantemente all’11-12%. Dopo la cancellazione del Gran San Bernardo, i 2304 metri di altitudine delle Tre Cime faranno anche da Cima Coppi di questo Giro.

Paradossalmente, però, non dovrà sorprendere se la vera frazione regina, quella che solcherà i maggiori distacchi tra gli uomini di classifica, sarà invece la Tappa 20, la cronoscalata friulana che porterà i corridori da Tarvisio all’inedito Monte Lussari per 18,6 km. I primi 11 km sono pianeggianti, poi comincerà per i corridori l’ultima, infernale, salita del Giro, che però farà da contrappasso tra la gloria e la beffa, tra la Maglia Rosa e un piazzamento. Sono 7,3 km al 12,1% su una strada stretta, appena asfaltata, che verosimilmente verrà presa d’assalto dai tifosi. Comunque vada, si festeggerà il giorno dopo, perché i corridori subito dopo la crono prenderanno il volo verso Roma, in vista del gran finale nella Capitale.

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