Donadoni: «C’è un limite a tutto
Pochi giorni per salvare il Parma»

Rinviata per neve la partita con il Chievo, la conferenza stampa di Roberto Donadoni è incentrata esclusivamente sulla situazione societaria del Parma.

L'era Taci si è già conclusa, da venerdì sera c'è una nuova proprietà e il tecnico dei crociati si augura che sia la volta buona per ritrovare un po’ di serenità e salvare un club che rischia di affondare. Niente illusioni che poi si trasformano in delusioni, l'ex ct azzurro non vuole più caderci. «C'è poco da commentare anche perché ormai è rimasta solo una settimana di tempo prima del 15 febbraio. Falsi acquirenti o presunti tali, ne abbiamo abbastanza. Ora basta prese in giro - dice seccamente Donadoni -. Spero che chi è entrato sia serio e onesto per fare le cose che devono essere fatte. Altrimenti è l'ennesima presa in giro».

«Lunedì avremo il quadro più completo, ma per salvare questa società non sono più ammessi posticipi. Il periodo di Taci si è concluso con un nulla di fatto, non capisco che senso abbia acquisire società con difficoltà economiche senza fare le dovute verifiche. Prima si verifica e poi si acquista, il contrario mi sembra assurdo. Non ne possiamo più di gente che a questo punto credo, abbia solo voglia di visibilità. Ora c'è questa ennesima prova a cui dobbiamo assistere. Non possiamo che essere fiduciosi anche se è difficile con quello che si legge. Questa città e questa gente hanno bisogno di una situazione chiara davvero. E noi che viviamo questa vicenda siamo esausti».

Un primo contatto con la nuova proprietà c'è già stato. «Ieri sera ho parlato con Alborghetti (il manager bergamasco della Pigna, ndr), solo cinque minuti. Mi ha detto di dove è e cosa fa». «È chiaro che non è lui che dovrà intervenire in termini economici, credo sarà amministratore delegato. Non ho motivo di parlarne male visto che non lo conosco spero di conoscerlo presto. Come ha reagito la squadra al cambio di proprietà? Ormai siamo abbastanza refrattari, ogni giorno c'è qualcosa di nuovo». «Questa cosa sembra uscita nel giro di pochi giorni. Con Taci sembrava ci volessero mesi per valutare la situazione societaria qui in una decina di giorni si è fatto tutto Non possiamo che essere ottimisti ma ora la verità deve uscire in fretta. È doveroso per tutti noi che siamo qui giorno dopo giorno. Siamo stanchi di perdere credibilità».

Il 16 febbraio, se non ci saranno novità positive, scatterà la messa in mora. «Non spostiamo il termine del 16, speriamo che oggi se c'è qualcuno che ha entusiasmo e capacità per intervenire, tenga a mente quella data per darne dimostrazione. Andare oltre il 16 non avrebbe senso, tutte le chiacchiere per andare oltre in questo senso non le vogliamo neanche sentire - sottolinea Donadoni -. La vita è fatta di fatti concreti. Ognuno di noi decide e ha facoltà di scegliere chi poter essere. Davanti ai fatti non si scappa, le parole servono a poco. Il mondo ha bisogno di persone vere, non di cantastorie. Quelli vanno bene per i bimbi per farli addormentare, noi abbiamo bisogno di stare svegli e concentrati. Per tentare di salvarci non servono storie. In questo ambiente ci sono persone che devono sfamare le famiglie, anche giocatori che non possono vivere di rendita per 50 anni... Ci sono dipendenti che lavorano e meritano rispetto».

Cassano e Felipe hanno rescisso, altri sono andati via, ma qualcuno è arrivato. «Il fatto che siano arrivati giocatori come Rodriguez, Varela e Nocerino, significa che da parte della dirigenza c'è la volontà di dare una mano. Ora abbiamo una rosa di giocatori che con una stabilità societaria può dare ancora tanto. Ma oggi questo tipo di ragionamento lo vedo lontano».

Donadoni commenta anche l'allarme lanciato da Tommasi. «Questo gruppo non ho dubbi che dimostrerà serietà fino in fondo, ma pensiamo ad un'autorete come quello del Cesena con noi. Se fosse accaduto a noi chissà quante illazioni, non ci si può giustificare per cose che non stanno né in cielo né in terra. Io posso assicurare che se il Parma è nelle condizioni di poter giocare e se ci saranno i giocatori di oggi, onoreremo la nostra professionalità fino in fondo. Se invece dopo il 16 febbraio i giocatori rinunceranno, allora il discorso ovviamente può cambiare. Io vorrei tante garanzie e finora ne ho avute ben poche. Sono stanco di prendere responsabilità in prima persona. Non sono voluto scappare via e non scappo. Ma c'è un limite a tutto» .

© RIPRODUZIONE RISERVATA