Dodici amici in maglia gialla
per ricordare Luca Belloni

Quest’anno, per la prima volta, Luca Belloni guarderà la «sua» maratona di New York dal cielo. Sorriderà, vedendo quello che il suo lascito sta generando: «La nostra comitiva, nata da sua idea, si sta ampliando: correremo onorando la sua memoria e cercando di fare un assist per la ricerca».

Parola di Francesca Colombo, tra le anime organizzative del gruppo Cancer Sucks (dall’inglese all’italiano, il cancro fa schifo), che lo sfortunato sportivo bergamasco, scomparso l’8 dicembre del 2016 a seguito di un tumore al cervello, aveva creato quattro anni fa. A raccoglierne idealmente il testimone ci sono ora anche i fratelli Silvia e Paolo (che sulle strade di Ny esordiranno sui 42 km e 195 metri), la moglie Cristina e papà Giorgio. Perché l’atletica, a volte, può essere anche un modo per tenere vivi i ricordi, facendo bene ad altri.

«Stiamo continuando la raccolta fondi a favore della fondazione per la Ricerca Biomedica Onlus dell’ospedale Molinette di Torino avviata da Luca nel 2014 – continua l’amica Francesca (pioniera di un progetto che vede in prima linea da sempre anche Paolo Colombo e Carlo Faranda) - . In gara saremo in dodici, tutti con una maglietta gialla». Sulla falsariga di quello già avvenuto all’ultima maratona di Milano, l’obiettivo, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ricerca. Servono altri 5mila euro (altrettanti ne sono stati raccolti in questi primi mesi) per lanciare il prima possibile una nuova borsa di studio.

Due i canali tramite cui fare donazioni: o tramite carta di credito, collegandosi a «rete del dono», piattaforma di crownfunding per la raccolta di donazioni online per progetti d’utilità sociale. Oppure con le seguenti coordinate bancarie: Fondazione per la Ricerca Biomedica ONLUS Iban IT11 W 03359 01600 100000010185BIC/SWIFT – BCITITMX (per bonifici internazionali). Causale: Cancersucks – prof. Riccardo Soffietti – Terapia Neoplasie Cerebrali.

Il migliore modo di ricordare Luca è proprio quello di correre. Perchè anche lui non ha mai smesso di correre. Non ha mai voluto sentirsi malato e fino all’ultimo metro ha combattuto e ha creduto nella vita, che ha amato alla follia. L’8 dicembre sarà un anno dalla sua morte, scomparso a soli 49 anni: nel 2012 gli era stato diagnosticato un tumore al cervello che, nonostante gli interventi e le terapie all’avanguardia, non gli ha dato scampo.

Sulle nostre pagine abbiamo raccontato la sua storia, anche quando lo scorso anno aveva rinunciato alla maratona di New York, perché le sue condizioni di salute erano peggiorate. Come già aveva fatto nel 2014, avrebbe corso per raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro: e anche in quel caso Francesca Colombo, l’amica di una vita, aveva corso per lui proprio con quella maglia gialla con cui Luca ha sfidato salite e lunghi percorsi. Perché correre, Luca ce lo aveva raccontato, «è un modo per combattere le proprie battaglie».

Lucaha lasciato grandi ricordi e un insegnamento: quello di non aver paura a lottare, fino alla fine. «Ogni giorno è una conquista» diceva. E anche: «Quando corri ti senti vivo - ci aveva detto -. E libero».

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