Sport
Giovedì 26 Febbraio 2015
Divieto di alcol ad Orio al Serio?
A Milano per il Celtic in alto le birre!
La riflessione di Stefano Bolognini, tifosissimo atalantino e già assessore provinciale a Milano sul divieto di somministrazione alcol all’aeroporto.
«In queste ore migliaia di tifosi festosi del Celtic stanno invadendo le strade e le piazze di Milano coi colori bianco verdi dei loro beniamini. Canti, foto e tanta allegria, è l’immagine del calcio che vorremmo sempre vedere. Quando mi sono recato in piazza Duomo con la giacca della Dea i tifosi scozzesi mi hanno accolto a festa, mi hanno offerto da bere, abbiamo fatto foto insieme come fossimo vecchi amici e mi hanno addirittura dedicato un coro con le birre alzate al cielo!». Parola di Stefano Bolognini, leghista e atalantino doc, già assessore provinciale in quel di Milano.
Brindisi all'inutile divieto vendita alcolici all'aeroporto di Orio @webecodibergamo @Atalanta_BC @celticfc pic.twitter.com/NqJidOxE3S
— Stefano Bolognini (@bologninistefan) 26 Febbraio 2015
«Mi chiedo allora che senso abbia il divieto alla vendita di alcolici ad Orio? Il Celtic è una tifoseria che in Italia non ha mai creato nessun problema di ordine pubblico anzi spesso si è resa protagonista di momenti festosi con gli ultras delle squadre italiane. Non solo, ma a Milano, a Bergamo città, negli autogrill, negli hotel, ovunque, addirittura all’Orio Center a cento metri dall’aeroporto i tifosi del Celtic possono comprare liberamente tutto l’alcol che vogliono».
«Le risposte sono due. O questa decisione è scaturita per penalizzare le attività commerciali dello scalo bergamasco (non credo) oppure ancora una volta è una decisione dettata da motivi legati alla sicurezza e all’ordine pubblico assolutamente inutile e preconcetta».
« La violenza va condannata sempre, specie se contro le istituzioni e le forze dell’ordine! E spero che presto chi ha assalito la polizia dopo Atalanta-Roma passi un bel po’ di anni in via Gleno senza sconti né benefici! Ma forse il prefetto dovrebbe farsi un esame di coscienza, e riconoscere che per fermare la violenza allo stadio tutte le decisioni adottate dal 22 novembre ad oggi sono servite solo a riempire pagine intere di giornali. Perché queste decisioni con la violenza fuori dallo stadio, non hanno nulla a che vedere».
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