Dallo stadio al maxischermo, delusione per il ko, ma che gioia tornare a tifare insieme: le foto
Al Mapei Stadium il primo segnale di ripartenza nel calcio dopo più di un anno con gli spalti vuoti: l’affetto dei tifosi per la squadra si è fatto sentire, nonostante il risultato. E anche al Villaggio degli Sposi di Bergamo la notte si è tinta di nerazzurro: alla Bombonera, sotto il maxischermo all’aperto, il cuore degli atalantini. Ecco una carrellata di foto.
La delusione per il risultato, ma anche la gioia di tornare a tifare Atalanta insieme. Allo stadio o sotto il maxischermo, il cuore nerazzurro dei bergamaschi si è acceso nella serata di mercoledì 19 maggio, giorno della tanto attesa finale di Coppa Italia. Sugli spalti dello stadio di Reggio Emilia c’erano complessivamente 4.300 tifosi, meno di mille i bergamaschi. Pochi, ma in realtà tantissimi perché sono stati il primo segnale di ripartenza nel calcio dopo più di un anno con gli spalti drammaticamente vuoti. Con bandiere, sciarpe e striscioni, i tifosi hanno fatto sentire tutto il loro affetto per la squadra, finalmente in presenza.Tra loro anche un gruppo (148 pare) di sindaci e assessori bergamaschi, arrivati a Reggio Emilia con 3 pullman e diverse auto private: insieme a loro anche 12 sacerdoti parecchio tifosi, guidati dal parroco di Romano di Lombardia, don Paolo Rossi.
L’evento di Reggio è stato una sorta di «prova tecnica» di quello che potrebbe essere la gestione degli eventi sportivi in un futuro ormai alle porte, con tanto di distribuzione omaggio di mascherine e gel igienizzante all’ingresso, i gadget del calcio ai tempi della pandemia.
Da qualsiasi punto si guardino, gli spalti sono ancora troppo vuoti, ma sentire qualche coro, l’esultanza, vedere qualche bandiera, i tifosi che si abbracciano e fanno festa pare già un tentativo di normalità.
Sono passati 21.172 giorni dalla vittoria dell’unica Coppa Italia dell’Atalanta. Che continua a mancare nella bacheca nerazzurra: da quel 2 giugno 1963 sono passati quasi 58 anni e ne dovrà passare almeno un altro prima di riprovarci. Ma siamo bergamaschi e testardi, ci rialzeremo anche stavolta.
Mercoledì sera per la finale di Coppa Itallia si è tinta di nerazzurro anche la notte del Villaggio degli Sposi di Bergamo: alla Bombonera, sotto il maxischermo all’aperto, circa 200 persone, forse un po’ di più ma sempre al di sotto della capienza massima, in osservanza dei protocolli e delle regole sul distanziamento, hanno seguito la partita con entusiasmo.
Anche qui i tifosi hanno visto finalmente liberata la propria passione, per troppi giorni repressa dal lockdown sportivo. Tavoloni, birre medie, famiglie e giovani, maglie, bandiere e sciarpe: tifo vero, tracimato da un’era di blocchi e restrizioni.
In fibrillazione anche i responsabili e gli addetti del Social Pub, con Giulia che sfoggia con orgoglio la maglia (autografata) di Gollini mentre si destreggia fra il servizio delivery e i guizzi di Zapata. Marco filtra gli ingressi, Rudy coordina la squadra incaricata di sfornare chili e chili di pizze, Andrea si assicura che tutto fili per il verso giusto, «anche perché questo è il nostro battesimo del fuoco: avremmo dovuto aprire a marzo 2020, poi è capitato quel che è capitato e siamo riusciti giusto a fare qualche giorno a ottobre».
Nel giardino una variegata rappresentanza di tifosi ululanti: lo 0-1 arcuato di Kulusevski non basta a mettere la sordina a un ardore che esplode sulla botta mancina di Malinovskyi. Poi il secondo e il gol di Chiesa, la ferita che toglie le forze all’Atalanta e che spegne la gioia dei tifosi. A Reggio Emilia come alla Bombonera, dove il deflusso è ordinato e inzuppato di delusione: 1-2 e tutti a casa, che c’è il coprifuoco, e la serata s’è fatta mesta davvero.
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