Sport / Bergamo Città
Giovedì 26 Ottobre 2017
Dal Var alle parole di Anna Frank
Col Verona Gasp cambia ancora
Sicurezze di un’altra serata da protagonisti, dominatori del campo pur con qualche neo. Giocano anche gli altri e il Verona ci ha messo del suo, nonostante il 3-0 parli chiaro: non malaccio davanti, aiutato anche da alcune leggerezze nerazzurre, piuttosto alla deriva dietro dove gli scaligeri avrebbero bisogno come il pane del rientro dell’ex Cherubin.
Torniamo all’Atalanta, dove i problemi non sono di casa e allora andiamo a scovarli, partendo anche dalle parole del tecnico Gian Piero Gasperini: troppi uomini in rosa, l’impossibilità di vederli giocare tutti e un primo tempo affrontato con troppa leggerezza. Le critiche servono a crescere, trovare i propri limiti fa bene per migliorare partita dopo partita: ecco le vere problematiche che ci lascia il Verona, bazzecole pensando che l’80% di quello che resta fa gongolare ancora una volta i tifosi bergamaschi.
Il mister cambia ancora, ormai indovinarle la formazione è una lavoro da Pulitzer e allora dentro Gollini, prestazione da 7 con 2-3 interventi decisivi, Freuler titolare con Cristante fuori, Cornelius in mezzo all’attacco e Petagna in panchina. Toloi è tornato, viva Toloi, vicino al gol in rovesciata in apertura, in un’ Atalanta che in attesa del ritorno del miglior Papu Gomez si gode i due uomini in più del momento. Ilicic è classe pura, suntuoso, finalmente costante, capace di aprire la difesa avversaria e di regalare magie. Freuler è la concretezze fatta persona: un gol annullato dal Var, l’altro regolare grazie al prezioso lavoro del Papu. Segna anche Kurtic, altro grande segnale: nemmeno un minimo accenno di rivalsa, passato da un anno titolare ad un impiego minore, altro simbolo di compattezza del gruppo.
Note di colore? Immaginiamo un nuovo stadio completo tra qualche anno e speriamo che Atalanta un occhio alle problematiche di parcheggio lo butti seriamente, altrimenti si rischierebbe di avere un gioiello mal servito.
L’altro appunto è sul Var: un gol annullato per parte, quello del Verona evidente ad occhio nudo, la rete di Freuler meno. Al momento del non gol veronese ecco quello a cui ci stiamo abituando: il silenzio, lo sguardo verso il guardialinee immobile, l’arbitro che invece gironzola per smorzare la tensione in attesa del verdetto, il boato del pubblico atalantino che esulta come ad un gol dei suoi. In tribuna stampa il collega Serina fa capire ai più giovani che il mondo si evolve e si deve andare avanti così: un boato che fa uno strano effetto, un concetto però condivisibile in toto. Bergamo sogna nel calcio, come nella pallavolo e ai tifosi avversari non resta che pregare lassù: l’ultima partita casalinga della Caloni ha visto gli ospiti intonare un coro mariano, al Comunale i veronesi si sono fatti sentire nel finale con un canto funebre, quando significa che la superiorità bergamasca è schiacciante.
Infine la riflessione sul diario di Anna Frank: quelle parole siano come monito ora e sempre. «Quando il guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità» è uno stralcio letto allo stadio dopo quanto accaduto a Roma. Parole oggi contestualizzabili in diverse zone del mondo, di un passato che ci toccò e che se la storia ci insegna qualcosa non si dovrà più ripresentare: il calcio viene dopo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA