Cori «razzisti» contro Bergamo
Diffidata la «curva» del Como

«Diffidata» la curva degli ultras del Como (1/a divisione, girone A) per cori di discriminazione territoriale verso la città di Bergamo, in occasione della gara contro l’Albinoleffe.

«Diffidata» la curva degli ultras del Como (1/a divisione, girone A) per cori di discriminazione territoriale verso la città di Bergamo, in occasione della gara contro l’Albinoleffe.

Il giudice sportivo della Lega Pro ha infatti «inflitto alla società Como la sanzione della chiusura del settore dello stadio abitualmente occupato dalla tifoseria cosiddetta ultras per una gara effettiva» deliberando al tempo » i sospendere l’esecuzione della sanzione ai sensi dell’articolo 16 n.2 bis del Cgs».

I fatti sono relativi al pt di Albinoleffe-Como, quando «nell’arco di circa 13 minuti - osserva il giudice sportivo - sostenitori del Como, in campo avverso, valutabili in numero di circa 50 (su un totale di circa 100 sostenitori presenti nella curva sud dello stadio) intonavano cori inneggianti alla discriminazione territoriale verso la città di Bergamo; che tali cori venivano chiaramente percepiti dal commissario di campo e dal collaboratore della Procura federale; che pertanto risulta accertata la responsabilità della società Como».

Tra gli altri provvedimenti adottati dal giudice sportivo un’ammenda di 10.000 euro al Messina (2/a divisione, girone B) perché, nella gara contro Melfi, «persone non identificate ma riconducibili alla società entravano più volte nel recinto di gioco utilizzando un cancello che permetteva l’ingresso dagli spalti, rimasto aperto ed incustodito» che una di queste «persone entrava sul terreno di gioco per esultare con i calciatori in occasione della segnatura di una rete, e partecipava alle proteste verso l’arbitro, unendosi ai dirigenti e calciatori della propria squadra» perché propri sostenitori «intonavano cori offensivi verso l’arbitro e lanciavano verso lo stesso un accendino, senza colpire; per mancata assistenza alla terna arbitrale» a fine gara e «per mancanza di acqua calda alle docce dello spogliatoio degli ufficiali di gara».

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