Sport
Lunedì 18 Luglio 2005
Con Fenoglio la Foppa mostrerà i muscoli
Presentato il nuovo allenatore: «Le responsabilità sono tante. Ma sono abituato e non mi spaventano»
«Sono consapevole che le responsabilità sono tante, ma di certo non mi preoccupano. Anche perché ero il secondo di Anastasi nella Nazionale maschile e anche lì le pressioni non mancavano». Ecco Marco Fenoglio: sorriso brillante e idee chiare. Il nuovo tecnico della Foppapedretti, atteso al debutto da primo allenatore dopo sei anni da vice, non si lascia spaventare dall’abitudine alle vittorie della società bergamasca (sei scudetti e quattro Champions più altre nove coppe negli ultimi dieci anni) e non si nasconde:«Obiettivi? Preferisco affrontare un impegno per volta, ma è scontato che siano di alto livello».
La prima uscita ufficiale di Fenoglio da tecnico della Foppa non è una presentazione come tutte le altre, perché consente anche di delineare il progetto Foppapedretti come spiega il direttore generale Giovanni Panzetti: «Come al solito la Foppa ha voluto cambiare i criteri normali nella scelta del tecnico puntando su un allenatore emergente. L’abbiamo seguito per alcuni mesi in cui abbiamo apprezzato un grande conosciutore della pallavolo che in più ha il valore aggiunto dell’esperienza nel settore maschile. È stata una scelta strategica perché la pallavolo delle donne è sempre più atletica e vicina a quella degli uomini, di conseguenza contiamo che Fenoglio sappia dare la sua impronta e che porti forza e determinazione tipiche del settore maschile».
E Fenoglio non si tira certo indietro, visto che la preparazione atletica è una sua specialità: «Di sicuro in sala pesi ci sarò anche io, perché a me piace curare questo aspetto. Ho già parlato con Roberto Benis (il preparatore atletico della Foppa, ndr) e mi ha fatto un’ottima impressione. Abbiamo idee molto simili e lavoreremo insieme».
«Timori di essere il capro espiatorio se le cose dovessero andare male? Non ho la bacchetta magica e non so come andrà. Ma le responsabilità non mi spaventano anche se sono al debutto da primo allenatore. E di sicuro sono più gli stimoli delle responsabilità. Essere qui per me è una grande chance, perché partire da una squadra di vertice per me è un salto notevole salto di qualità».
L’obiettivo si sposta poi inevitabilmente su una squadra orfana della sua stella Kilic, ma nessuno vuol sentir parlare di stagione di transizione: «Se la Gruen non fosse stata già da noi e l’avessimo presa per sostituire la Kilic - spiega il presidente Luciano Bonetti -, tutti avrebbero parlato di una fuoriclasse che ne sostituisce un’altra. La Gruen è già da noi e puntiamo molto su di lei anche perché non sarà più soffocata dalla Kilic. In un mercato impazzito, noi abbiamo scelto di vincere senza sprecare. Ci sono quattro squadre che hanno investito più di noi. Se però dovessimo vincere noi, sarebbe una grande spinta moralizzatrice. E in ogni caso vista l’età media della squadta (23 anni e mezzo), abbiamo costruito un gruppo che ha grandi prospettive anche per il futuro. Ma sia chiaro che non stiamo mettendo le mani avanti».
E il presidente non risparmia una frecciata al vecchio tecnico: «Mi piacerebbe conoscere potenziale delle nostre giocatrici senza aspettare di vederle in nazionale (chiaro riferimento alla giovanissima Ortolani, ndr)».
Resta l’incognita di una squadra che ha perso la sua fuoriclasse e che affronterà avversarie molto aggressive sul mercato: «Non sottovalutiamo che il regolamento prevede tre italiane in campo - spiega Panzetti -. Noi ne abbiamo sette competitive. Le nostre avversarie si sono rinforzate, però nel parco delle giocatrici italiane hanno qualche crepa. In poche parole sono convinto che siamo attrezzati per vincere». I tifosi sono autorizzati a sognare. Anche senza Kilic.
(22/07/2005)
© RIPRODUZIONE RISERVATA