Primi in Italia, sesti in Europa dietro a squadre abituate a giocare in Champions. È questo lo straordinario successo dell’Atalanta che a livello giovanile (nella foto la squadra giovanile che ha vinto scudetto) ancora una volta non ha pari nel nostro Paese e a livello continentale può considerarsi a tutti gli effetti una big. A dirlo è una ricerca effettuata dal Centro studi del settore tecnico di Coverciano che ha preso in esame le rose di inizio stagione delle squadre partecipanti ai campionati di prima divisione di Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda e Spagna per verificare la provenienza calcistica dei giocatori. Ebbene, da tale ricerca risulta che ben 28 giocatori sono nati e cresciuti nel florido vivaio atalantino e ora giocano in serie A.
Un numero significativo che vale alla società bergamasca il sesto posto assoluto, davanti al Milan (7° con 25 giocatori) e alla Roma (8ª con 23 giocatori).
La regina europea è l’Ajax che ha sfornato ben 46 giocatori, seguita a ruota dal Real Madrid (43 giocatori) e dal Barcellona (38), quindi Lione (36) e Nantes (30). Lì, in mezzo ai giganti, la piccola Atalanta.
Piccola si fa per dire perché soltanto a leggere i nomi dei prodotti made-in-Zingonia ci si rende benissimo conto di quanto valga il vivaio nerazzurro e quanto sia stato fruttifero il lavoro degli ultimi tre lustri. Morfeo, Tacchinardi, Locatelli, i gemelli Zenoni, Zauri, Pelizzoli, Natali fino ad arrivare agli ultimi, Pazzini, Montolivo e Lazzari.
L’Atalanta conferma così il sesto posto della precedente ricerca, riferita alla stagione 2002-03, ma di fatto è come se avesse guadagnato una posizione visto che quella ricerca non considerava il campionato olandese (dunque non c’era in classifica l’Ajax).
Da notare che la ricerca è riferita solo alle rose di inizio stagione (e a voler guardare l’Atalanta di giocatori ne avrebbe 29, forse non è stato calcolato il terzo portiere Caglioni) e quindi non tiene conto dei ragazzi lanciati durante l’anno, quindi di Capelli, Motta e Defendi.
Un’altra considerazione riguarda il numero di giocatori che militano nel club che li ha cresciuti: in Francia la media è di 8,9 (il Nantes ne ha addirittura 20), in Spagna di 7,8, l’Italia è ultima con una media di 3 (l’Atalanta ne ha 9!).
Per Mino Favini, responsabile del settore giovanile atalantino da ormai 14 anni e vero mago nello scoprire talenti, la notizia è l’ennesimo riconoscimento al lavoro svolto in questi anni. Ieri era in Toscana, ha assistito alla sconfitta dell’Under 17 con la Bielorussia all’Europeo di categoria e oggi parteciperà a un convegno sui vivai a Cascina.
L’hanno chiamato anche dalla Germania per commentare questo straordinario risultato: «Fa davvero piacere - ha detto Favini - perché è un’ulteriore conferma che il lavoro fatto in questi anni è stato decisamente buono. Penso che sia un riconoscimento meritato. Il fatto poi che ci sia l’Atalanta tra tanti squadroni europei ci dà ancora più soddisfazione. Vuol dire che il merito è doppio, ci siamo intrufolati tra le grandi potenze europee. E’ uno stimolo in più ad andare avanti, a credere nel vivaio che per me rappresenta sempre il futuro del calcio».
Il fatto che l’Ajax guidi la classifica per Favini non è certo una sorpresa: «Noi abbiamo sviluppato i nostri concetti di gioco, ma è indubbio che come si muove l’Ajax mi piace moltissimo. Privilegiano il gioco, non guardano al risultato. Non a caso una delle più belle partite che ho visto a livello giovanile fu nella categoria Giovanissimi, Atalanta-Ajax allo «Scirea» di 4 anni fa. Vincemmo noi, ma fu una partita davvero ben giocata da tutte e due le squadre».
Grande soddisfazione naturalmente anche per Roberto Selini, consigliere con delega al settore giovanile: «Un gran bel riconoscimento - ha commentato -, una conferma e uno stimolo ad andare avanti così. L’Atalanta (che investe ogni anno circa 2 milioni di euro solo per le spese dirette del vivaio, ndr) punterà sempre sul suo vivaio, anzi ci sono già dei progetti in corso per potenziarlo ulteriormente, come l’individuazione di nuovi gemellaggi stile Margine Coperta. E ci guarderemo in giro anche all’estero».
(06/05/2005)
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