Atalanta, un 2015 finito senza il botto
Ma ugualmente soddisfatti e fiduciosi

L’Atalanta non ha chiuso allo stadio di Bergamo il 2015 con il classico botto ma ingeneroso sarebbe muovere appunti alla squadra per quanto offerto nell’anno solare giunto quasi al termine.

Lo scarso maggio i nerazzurri hanno centrato una salvezza diventata a grosso rischio da metà del torneo: dopodiché dalla ripresa del campionato ad oggi sono collocati nella parte nobile della classifica. Meglio di così.

I 24 punti sin qui meritatamente blindati non solo ci fanno dormire sonni tranquilli ma guardando il bicchiere mezzo pieno ci portano addirittura a sognare. Tirare di nuovo in ballo l’obiettivo-Europa reduci da due sconfitte di fila (non era mai successo nel corrente campionato) potrebbe essere scambiato al pari di una inguaribile provocazione. Ci sta eccome. Ma se giudichiamo sotto diversi aspetti scontato il ko subito dal Napoli (aspirante allo scudetto) e lo 0-1 di Verona (sponda Chievo) con gli episodi avversi accaduti perché non inseguire traguardi che vadano oltre un pur accettabile minimo sindacale?

Del resto, prima di Chievo e Napoli, gli stessi giocatori, tecnico e dirigenza, sottovoce (riteniamo più che altro per motivi scaramantici) hanno inviato qua e là copiosi messaggi di innalzamento della classica asticella. Una larga fetta di tifosi, poi, si è subito allineata rafforzandone i toni e una buona dose di convinzione. Una risposta palpabile alle effettive ambizioni si potrebbe riscontrare dai movimenti in entrata e uscita nell’ormai imminente mercato di riparazione. In altre parole se la società blinderà i gioielli di famiglia aggiungendo, di pari passo, un paio di pedine di adeguato spessore anche i più prudenti nel prevedere gli scenari finali potrebbero o no ravvedersi?

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