Atalanta, razionale decidere sul Gasp
in base all’esito del test Crotone?

Non stupiamoci, se a torto o a ragione, parecchi sono i supporter atalantini che ritengono Gasperini tra i responsabili delle debacle dei nerazzurri a Cagliari e col Palermo a Bergamo. Così va da sempre il calcio: agli evviva e osanna seguono, spesso e volentieri, i dietrofront più impensabili in rapida successione.

È il caso di ricordare che solo tre mesi fa all’annuncio dell’ingaggio del tecnico piemontese risultava difficile trovare chi non appoggiasse appieno la scelta della società. Anzi. Alla precedente notizia che a sostituire il pur gradito Reja sarebbe stato Maran mugugni e malcontenti si erano toccati con mano. Abbiamo, inoltre, le prove che alcuni abbonamenti in più siano stati sottoscritti proprio in virtù dell’ arrivo del Gasp. Anche la dirigenza nel presentarlo alla stampa lo aveva adeguatamente celebrato. Adesso, di colpo, i suoi pregi pare siano diventati difetti e guai a sostenere il contrario.

Sicché eccoci al traballante Gasperini sulla panchina atalantina consumati cinque turni di campionato. Sul suo prosieguo a Zingonia sembra ormai pendere l’esito della trasferta di lunedì a Pescara contro il Crotone. Per essere più chiari: se si vince bene altrimenti l’inesorabile addio. Al punto che già i media hanno scritto e parlato di Corini, Pioli (entrambi ex Chievo) e Reja (in ordine rigorosamente alfabetico) come sostituti. Domanda d’obbligo. Ma in base a quale razionalità si dovrebbe decidere la conferma o meno dell’allenatore se il banco di prova vede antagonista il fanalino di coda del torneo? In altre parole: siamo sicuri che il Crotone, specie di questi tempi, sia in grado di mettere concretamente a fuoco lacune e quant’altro di questo gruppo?

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