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Mercoledì 27 Novembre 2013
Atalanta, Livaja capro espiatorio?
Ricordiamoci Raimondi e Moralez
Nella passata stagione sportiva si era puntato l’indice su Moralez e in quella precedente su Cristian Raimondi. Adesso è il turno di Marko Livaja, etichettato capro espiatorio della pessima prestazione, dell’intero collettivo, di domenica a Reggio Emila con il Sassuolo.
Nella passata stagione sportiva si era puntato l’indice su Moralez e in quella precedente su Cristian Raimondi per poi rivederli sulla cresta dell’onda nei campionati successivi. Adesso è il turno di Marko Livaja, etichettato capro espiatorio della pessima prestazione, dell’intero collettivo, di domenica a Reggio Emila con il Sassuolo.
C’è persino chi abbina al ventenne croato le responsabilità per la partita deludente anche del compagno di reparto German Denis. E non mancano addirittura coloro che nello scambio Livaja-Schelotto è stata l’Inter a rifilarci quel che in gergo si identifica in un «pacco». Procediamo con ordine avvertendo che andremo controcorrente. É nostra umile convinzione che si abbia a che fare, tecnicamente, con un puro sangue dagli atteggiamenti, però, discutibili.
Gol del tipo di quelli rifilati al Bologna (con la complicità del portiere avversario ma successiva ad un tiro calibrato da una certa distanza) al Parma (dove si era riaperta la gara sul 4-3) e alla doppietta al Bari in Coppa Italia si sono dimenticati di colpo? Dalla sua, inoltre, ha di che dolersene non poco per essere puntualmente sottoposto a severo esame ogni qual volta viene impiegato da mister Stefano Colantuono. Pochi tengono, pure, presente l’età e il notevole spessore del torneo italiano.
Con la rigorosa inamovibilità di bomber Denis, Livaja ne deve condividere il ruolo anzichè agire da punta dalla “P” maiuscola, che il suo Dna, con ogni probabilità, invocherebbe giorno e notte. Bocciarlo in maniera brusca avrebbe dell’ impietoso. Si è disputato soltanto un quarto di campionato e, secondo noi, rivestirlo con abiti da panchinaro a vita non gioverebbe né al giocatore né alla squadra. Se si dovesse ipotizzare ciò sarebbe, allora, forse meglio darlo in prestito, al prossimo mercato di gennaio, ad un club che dia comunque ampie garanzie di promuoverlo titolare senza alcun indugio. La fiducia concessa, a suo tempo, ai citati Raimondi e Moralez, del resto, ha premiato o no con gli interessi?
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