Atalanta, la squadra è competitiva
Mercato mirato. Tu che voto dai?

La decisione definitiva di restare così - Carmona non si muove, quindi niente José Mauri, ma soprattutto nessun sostituto di Boakye - è stata presa subito dopo la partita con il Frosinone.

Nel summit del dopogara con i Percassi e il d.t. Sartori, mister Reja ha confermato la sua posizione: io sono soddisfatto, se non c’è un nome da urlo restiamo così. Siamo competitivi, la rosa è completa ed equilibrata. Cioè due giocatori per ruolo (22), più Bellini, più 4 under (uno per reparto). Siamo a 23+4, con due posti liberi nella fatidica «lista» dei 25. Due posti liberi per gennaio, senza dover cedere per forza altri giocatori. È stato un capolavoro riuscire a piazzare tutti gli esuberi che c’erano a fine giugno.

Ecco, questa è la prima considerazione da fare: quest’Atalanta profuma di progettualità. Non siamo al gruppo completato improvvisando all’ultimo giorno, in base ai buoni rapporti con questo o quel procuratore. Non siamo alla rosa con cinque terzini destri e un solo mancino, con cinque seconde punte e un solo centravanti. Sartori ha lavorato con una disarmante logica calcistica. Due giocatori per ruolo, facilmente identificabili e spesso in competizione tra loro. Provate a comporre il centrocampo tipo con tre posti per Carmona, Cigarini, de Roon e Kurtic. Si potrebbe discutere all’infinito.

Vediamo i dettagli. In difesa Toloi è un giocatore che fa il regista arretrato. Ci manca dagli anni di Manfredini. E Paletta, lì avevamo Benalouane e puntavamo Rossettini (dal Cagliari al Bologna), di sicuro ci migliora. Manca il sostituto di Zappacosta, lì ora c’è Masiello,è guarito Raimondi e c’è Conti che cresce.

In mezzo è partito Baselli (ora fortissimo nel Toro, ma a Bergamo non aveva mai convinto), sostituito da Kurtic, che giudicheremo col tempo. E per completare il reparto si puntava a Donsah (pure lui dal Cagliari al Bologna), ma è arrivato de Roon e ora non c’è bergamasco che lo toglierebbe di squadra. Anzi, lì come detto c’è una competizione che farà benissimo anche ai già citati Carmona e Cigarini. Niente posto sicuro, gioca chi merita.

A questo punto eccoci al grande tema di questa Atalanta. L’organico è completo e ben assortito, la squadra sulla carta ha tutto (compreso un ottimo calendario iniziale, ora si tratterà di approfittarne) per raggiungere la salvezza. Che ci siano almeno tre squadre inferiori ai nerazzurri è già abbastanza chiaro.

Poi a fare la differenza saranno i dettagli: qui c’è tutto per salvarsi, e bene. Ma dal 12°/13° al 17° posto finale ci saranno pochi punti di differenza. E questo dipenderà dai gol degli attaccanti. I due centravanti, Pinilla e Denis, insieme ne segneranno 10, 15 o 20? Questo cambierà le posizioni in classifica. Di sicuro. Sulla carta gioca Pinilla, Denis è la prima alternativa. E Monachello il baby che tutti ci auguriamo non serva in campo. Perché se non gioca vuol dire che i primi due garantiscono il contributo che da loro tutti ci aspettiamo.

Dai 15 gol in su va bene, ha detto Reja. E Pinilla, ha risposto: in due ne abbiamo segnati 17 nella stagione scorsa, ci ripeteremo. Ma i primi tre gol proprio Pinilla li ha segnati all’andata, nel Genoa. E insieme i due non arriveranno di certo al minutaggio complessivo della stagione scorsa. Giocheranno poco insieme.

E allora diciamolo: questa squadra, competitiva ovunque ma con il dubbio nel cuore dell’area avversaria, sarebbe sembrata quasi un capolavoro se avesse messo là davanti un attaccante sicurissimo. Un Denis dei primi due anni, per rendere l’idea. Allora i tifosi avrebbero potuto sognare un piazzamento tra il ruolo di rivelazione del campionato e il 12°/13° posto.

Ma i sogni sono turbative per il pragmatismo dei bergamaschi. E allora gambe in spalla e partiamo per conquistare, il prima possibile, i 38/40 punti della salvezza sicura. Quello resta il nostro scudetto e questa squadra ha tutto quel che serve per arrivarci. Passando attraverso il gioco con buona tecnica, grande forza fisica, intensità, organizzazione. Quindi il voto a Sartori e ai Percassi è 8,5. Perché siamo a posto bene. Certo, sarebbe stato bello sognare. Ma la quinta salvezza di fila in A sarà comunque un gran risultato. Applausi.

Pietro Serina

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