Atalanta, il ritorno di Consigli
Riconoscenza ma non rimpianti

Non mancheranno di certo gli applausi (meritati) da parte dei supporter nerazzurri per Consigli, per la prima volta, domenica, di nuovo, a Bergamo dopo il trasferimento, nella scorsa estate, al Sassuolo.

Incrollabile stima e riconoscenza per i suoi brillanti trascorsi a guardia della porta atalantina. Nessun rimpianto, però, visto che il sostituto Sportiello non lo ha fatto rimpiangere. Eppure la notizia, in estate, della partenza di Consigli era stata presa con scetticismo, praticamente, all’unanimità. Anche perché in pochi avevano ipotizzato l’esplosione di Sportiello, ritenuto troppo giovane per ricoprire, di colpo, un ruolo così delicato.

Ma il calcio, spesso e volentieri, sa riservare piacevoli sorprese. Sono, infatti, state sufficienti due-tre gare per convincere anche i più scettici di aver trovato in Sportiello il naturale erede del partente. Per la società, poi, i classici due piccioni con una fava: l’introito nelle casse di circa tre milioni di euro sborsati dal Sassuolo e la valorizzazione tecnica, nel corso di pochi mesi, di Sportiello. Si parla che il cartellino di Sportiello valga sui 5-6 milioni, l’equivalente cioè del doppio rispetto a quello di Consigli.

E fondate indiscrezioni danno Sportiello sul taccuino di club titolati, tra i quali la Juventus. Ma c’è di più. Secondo gli addetti ai lavori, Sportiello potrebbe rappresentare il dopo Buffon, addirittura nella Nazionale di Antonio Conte. Valore aggiunto nell’ipotizzare un futuro in carriera così stimolante, al di là delle qualità del giocatore, è l’«uomo» dotato di equilibrio, umiltà e un ossessivo impegno nel volersi migliorare professionalmente in ogni frangente.

E, ancora, a proposito del suo predecessore, Sportello ama ripetere: «Devo molto a Consigli: da lui ho imparato cose impagabili apprendendo anche le minime sfaccettature da mettere in pratica. Non finirò mai di ringraziarlo». E domenica prossima i due numero uno si ritroveranno nelle insolite vesti di avversari, guardandosi sempre di fronte, distanziati da oltre un centinaio di metri. Chissà con quali sensazioni…

Arturo Zambaldo

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