Sport / Bergamo Città
Domenica 14 Giugno 2020
Atalanta, Gomez: «Torniamo in campo
per dare un po’ di gioia alla gente»
«L’idea è quella di provare a portare un po’ di gioia alla gente che, almeno per qualche ora alla settimana, avrà la possibilità di pensare ad altro».
«Ovviamente non possiamo riportare in vita tutti i morti che ci sono stati, ma almeno possiamo donare un po’ di gioia e di allegria al popolo bergamasco». È il pensiero che il capitano dell’Atalanta, Alejandro «Papu» Gomez, esprime a «Extratime» su Radio 1 Rai a pochi giorni dalla ripresa del campionato dopo il lungo lockdown imposto dal Coronavirus che tanto duramente ha colpito la città di Bergamo.
«Nelle poche occasioni in cui mi è capitato di andare fuori, per fare la spesa al supermercato, la gente che incontravo per la strada mi chiedeva quando si sarebbe tornato a giocare e se avevo qualche notizia o qualche novità sul campionato - spiega -. La gente ama il calcio, vive e respira di calcio... anche gli appassionati hanno bisogno di ripartire».
Gomez è argentino ma è molto legato a Bergamo. «Conoscevo l’ambiente - ricorda - perché sono venuto a giocare a Bergamo con la maglia del Catania, tanti anni fa, e ho visto una tifoseria caldissima. Poi, quando ero in trattativa, per venire all’Atalanta ho parlato con German Denis e Maxi Moralez che giocavano qua e mi hanno raccontato della passione dei tifosi e di come la città ama la sua squadra».
«Sono una figura pubblica che ha una responsabilità, soprattutto nei confronti dei bambini che mi guardano e a volte cerco di dare una mano a quelli che hanno più bisogno, anche utilizzando la mia immagine - racconta il Papu -. Ultimamente abbiamo raccolto tanti soldi con le maglie di calcio (ha messo all’asta la maglia che indossava negli ottavi di Champions contro il Valencia, ndr). Abbiamo raccolto tanti soldi per l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e di questo sono molto, molto contento».
Gomez ha scritto un libro per bambini dal titolo «Ciao, sono il Papu», in libreria in questi giorni. «Noi giocatori di calcio siamo esempi per le future generazioni, quindi dobbiamo trasmettere positività. Dobbiamo raccontare la nostra storia e spiegare come siamo arrivati al successo, perché anche noi siamo persone normalissime e abbiamo costruito un sogno. Voglio raccontare la mia storia per provare a trasmettere la mia passione ai bambini e far capire loro che lavorando tanto per un obiettivo si può raggiungerlo».
Il successo nel calcio che per il Papu significa felicità pura e non solo guadagnare tanti soldi. «In Argentina ogni bambino cresce accanto ad un pallone e l’unica cosa che vuole è diventare un giocatore professionista - racconta il capitano nerazzurro -. E quando sei bambino non pensi ad avere la bella macchina, la bella casa e i soldi. L’unica cosa a cui pensi è giocare a calcio con gli amici ed essere felice. Io ho sempre pensato a questo e non a fare i soldi. La cosa più importante che il calcio mi ha dato sono i rapporti che ho creato con tanti a amici da quando avevo 5 o 6 anni... e questo me lo porterò dietro per sempre».
Un ultimo pensiero a Papa Francesco, il Pontefice tifoso di calcio, argentino di Buenos Aires come lui. «Per noi è un orgoglio avere un Papa argentino. Un Papa così umile e così vicino alla gente», conclude Gomez.
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