Atalanta, dietrofront di Vavassori: non volevo contestare la società

In un comunicato l’allenatore precisa il suo punto di vista

Dietrofront di Giovanni Vavassori. L’allenatore nerazzurro, dopo le pepate dichiarazioni di lunedì, sostiene essere stato frainteso e di non avere mai contestato la decisione della società di mandare la squadra in ritiro a Gubbio, in vista della delicata partita di sabato contro il Perugia.

Per spiegare il suo punto di vista, Vavassori si è affidato ieri ad un comunicato, preludio ad un silenzio stampa già in atto «per evitare ulteriori ed inutili polemiche».

Questo il testo integrale diffuso dal tecnico nerazzurro:

«In relazione al ritiro che la squadra sta effettuando a Gubbio, il sottoscritto tiene a precisare che non ha mai pensato di contestare la decisione della società. Ho voluto solamente sottolineare ai giocatori ed alla società stessa che non è sicuramente il ritiro la sola medicina che può risolvere i nostri problemi, evidenziando che sono ben altre le componenti che possono creare i presupposti per raggiungere il nostro obiettivo. Alcune delle principali componenti sono: 1) doveri dati da un contratto; 2) salvaguardia degli interessi economici della società; 3) doveri morali verso i propri tifosi, verso la città e verso la provincia che la squadra rappresenta; 4) volontà e desiderio di confermare le proprie capacità professionali. Inoltre, in questo momento mi sembra opportuno che nessuno di noi (giocatori e staff), visti i risultati, contesti tale decisione visto che la situazione attuale ci impone solamente di stare zitti e di utilizzare le nostre energie per il raggiungimento del nostro obiettivo. Se tale obiettivo sarà poi raggiunto, ognuno di noi potrà, eventualmente, esprimere il proprio pensiero».

«Alla luce di quanto sopra - presegue il comunicato -, il mio intervento non era quindi in contrasto con la scelta della societaria (come invece è stato recepito dalla società stessa) bensì non era altro che un’ulteriore presa di coscienza, in un momento così importante e decisivo per il nostro futuro, oltre che un modo per illustrare i mezzi necessari per affrontare la situazione. Questo è ciò che ho espresso alla società ed ai giocatori con l’unico intento (come impone il mio ruolo) di creare i presupposti per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Infine, per evitare ulteriori ed inutili polemiche, ritengo opportuno, per il futuro, non rilasciare più interviste».

Informata del comunicato diramato dal suo allenatore, la società è subito intervenuta non per replicare, ma per cercare di chiudere una polemica che in questo momento rischia solo di fare dei danni. «Prendo atto del pensiero dell’allenatore e rilevo che le incomprensioni sono così strane che sarebbe meglio evitarle - ha detto Roberto Zanzi, direttore generale dell’Atalanta -. Adesso credo sia giunto il momento di concentrarsi definitivamente sulla partita di sabato e abbandonare tutti i toni forti utilizzati sino ad ora. In merito alla volontà del mister di non voler più rilasciare interviste, posso solo dire che se questo può essere uno strumento utile e di aiuto per risolvere i nostri problemi, rispetteremo la sua volontà».

(17/04/2003)

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