Atalanta, dalla Primavera a titolare
O meglio farsi le ossa altrove?

Che i giovani debbano essere utilizzati in prima squadra con prudenza, o se preferite intelligentemente, riteniamo si sia tutti d’accordo. Ciò nonostante anche durante lo scorso campionato più di una volta un buon numero di tifosi nerazzurri hanno invocato mister Stefano Colantuono.

Che i giovani debbano essere utilizzati in prima squadra con prudenza, o se preferite intelligentemente, riteniamo si sia tutti d’accordo. Ciò nonostante anche durante lo scorso campionato più di una volta un buon numero di tifosi nerazzurri hanno invocato mister Stefano Colantuono affinchè inserisse, questo e quello, tra i titolari. In altre parole si sarebbe dovuto pescare dalla Primavera affidata da tempo nelle mani di Walter Bonacina, non insomma a uno qualunque.

Nemmeno il lusinghiero percorso degli atalantini in un campionato, a tratti addirittura esaltante, aveva smorzato di una sola virgola gli insistenti messaggi rivolti al tecnico romano. Da sempre, sull’argomento, gli addetti ai lavori più qualificati sostengono che salvo eccezioni, la maturazione dei giovani va centellinata all’ennesima potenza altrimenti il rischio di bruciarli da un momento all’altro è puntualmente dietro l’angolo.

Di pari passo, poi, convergono le esigenze degli allenatori che preferiscono affidarsi alle pedine di maggior esperienza per proteggersi da presunti rischi di ogni genere. Insomma, la promozione di un Primavera specie in un team della massima serie non è assolutamente cosa da poco. Da qui, nella stragrande maggioranza dei casi, il prestito dei baby più promettendi a compagini di divisioni inferiori per farli, come si suol dire, le rigorose ossa. Questa è, del resto, pure la politica strategica del club bergamasco.

Naturalmente se si ha in casa già un campioncino dichiarato diventa lecito spalancargli di colpo la prestigiosa cancellata con ragionevole anticipo. A nostra memoria citiamo in ordine alfabetico Domenghini, Donadoni e Scirea, terzetto, che dalle giovanili nerazzurre hanno avuto il meritato privilegio di compiere il grande salto senza migrare altrove. Ma, signori, ci voleva davvero niente per prevedere quale prossimo avessero davanti.

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