Atalanta con un Caldara in più
Parte alla pari con i compagni

Riparte il campionato e l’Atalanta può ora contare sul suo principale nuovo acquisto. No, il calciomercato non è sorprendentemente ricomparso.

La finestra per acquisti e cessioni si è chiusa a gennaio e la prossima sessione slitterà a settembre. Ma l’Atalanta, adesso, può finalmente puntare su ciò che il mercato le ha portato in dote qualche mese fa: giocatori da testare come Czyborra, Sutalo, Tamèze e Bellanova, ma soprattutto un giocatore da ritrovare, Mattia Caldara.

In punta di piedi

Le incognite che avevano accompagnato il ritorno del figliol prodigo potranno essere fugate: ora è tempo di capire se Caldara è tornato Caldara. Pur essendo l’unico degli acquisti invernali ad essere sceso in campo per più di una manciata di minuti, il ventiseienne di Scanzorosciate aveva vissuto quel primo scampolo di ritorno a casa come una sorta di apprendistato: qualche assaggio di campo per capire a che punto era. In punta di piedi. Non che ci fossero da valutare le capacità tecniche, ma non si poteva ignorare il curriculum successivo al suo addio al nerazzurro: nell’anno e mezzo al Milan, Caldara era sceso in campo una sola volta, in Coppa Italia. Gli infortuni non gli avevano dato tregua: dalla lesione al tendine d’Achille fino alla rottura del crociato, il bergamasco era sempre stato fuori durante l’esperienza rossonera. I dubbi sulla sua tenuta fisica non potevano che accompagnarlo al suo ritorno a Bergamo.

Gap azzerato?

Ecco perché i primi mesi atalantini sono serviti al reinserimento del giocatore: si sapeva che non poteva essere fisicamente al livello degli altri. Ora, però, il lungo stop del campionato ha azzerato il gap: tutti si sono fermati, tutti sono ripartiti da zero, tutti - oggi - sono come Caldara. E Caldara è come tutti gli altri: un giocatore che riparte alla pari con i suoi compagni, senza più dovere recuperare terreno. Bisognerà testare la sua tenuta fisica e sperare che la dea bendata gli lasci tregua, ma un Caldara al cento per cento (o quasi) diventa rinforzo potenzialmente fondamentale per Gasperini, che l’aveva eletto perno difensivo nei primi due anni atalantini.

Primi passi

È arrivato il momento in cui l’ex gioiellino di Zingonia può dimostrare di essere di nuovo lui: più di una riserva, più di un puntello. Lui, che ha sempre avuto nella testa il proprio punto di forza, può anche trovare nuova energia mentale nella paternità: nei giorni scorsi è nato Alessandro, il suo primogenito. In due mesi, tra gennaio e marzo, Caldara ha giocato cinque partite su nove, sempre da titolare: ha esordito in Coppa Italia a Firenze, poi ha affrontato le gare di A contro Spal e Lecce e la doppia sfida di Champions con il Valencia. Nei suoi primi 399’ ha palesato ancora qualche inevitabile difficoltà, ma non ha sfigurato: comunque un discreto punto di partenza. Anche considerando che ha giocato in media 44’, in pratica un tempo a partita: difficile sperare di meglio dopo un lungo infortunio.

Uomo in più

Ora, però, gli si chiede di più: il lungo stop può avere giocato per lui, che sa di non avere più alibi. Premesso che il trio Toloi-Palomino-Djimsiti è diventato insindacabile e che una promozione del bergamasco potrebbe comportare uno scomodo trasloco dell’argentino sul centrosinistra (dove il suo rendimento si abbassa), l’ex milanista può comunque ambire a diventare il vero uomo in più dell’Atalanta, specie in tempi di turnover obbligato. Non è necessario che ritrovi tutti i suoi gol (dieci in due anni di A): basterebbe ritrovare il Caldara dei vecchi tempi. L’Atalanta lo spera fortemente: in quel caso, tra un anno, il riscatto per 15 milioni dal Milan sarebbe certo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA