Atalanta, con l’arrivo di Prandelli
la salvezza sarebbe traguardo riduttivo

Supponiamo che arrivi Cesare Prandelli. Gli evviva dei tifosi (quanto meno la maggioranza) si sprecherebbero in maniera esponenziale. L’ex commissario tecnico della Nazionale sarebbe messaggero di rinnovamento inteso nel più ampio senso del termine.

La sua scelta sarebbe riconducibile ad Antonio Percassi, da sempre grande estimatore sin dell’allenatore. Con l’ingaggio di Prandelli, di conseguenza, si alzerebbe l’asticella legata alle ambizioni della prossima stagione sportiva. Puntare alla sola salvezza diventerebbe riduttivo o giù di lì. In caso diverso si darebbe vita ad un mercato estivo stimolante coniugabile, cioè, al confezionamento di un organico all’altezza dei nuovi obiettivi. Sarebbe il piano A per eccellenza. Quale l’alternativa? Meglio usare il plurale perché - Prandelli a parte - , nomi di allenatori accostabili all’Atalanta ne sbocciano come le rose in primavera. Gasperini, Iachini, Maran, Ventura? Un poker particolarmente gettonato. Se non altro tutti mister di stretta fascia media, sia pure con caratteristiche comportamentali e tecniche diametralmente opposte. Decisioni che, in scala gerargica, spettano a Giovanni Sartori, da una vita alle prese con situazioni del genere. Ovvio che Percassi alla fine sarà rigorosamente tenuto ad esprimerne l’autorevole imput. Stando così le cose sembra automatica la definitiva rinuncia a Edy Reja anche se ufficialmente la società è solita ribadire che, una volta terminato il campionato ,si incontrerà con il mister goriziano per decidere il da farsi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA