Sport / Bergamo Città
Lunedì 03 Febbraio 2014
Atalanta, basta parlare di salvezza
L’asticella delle ambizioni va alzata
Basta parlare di salvezza. E’ come se si insistesse a dire che la Juventus, praticamente già scudettata, è in piena lotta per un posto alla Champions. D’accordo la prudenza e l’aritmetica ma c’è un limite a tutto. Partecipa al sondaggio
Basta parlare di salvezza. E’ come se si insistesse a dire che la Juventus, praticamente già scudettata, è in piena lotta per un posto alla Champions. D’accordo la prudenza e l’aritmetica ma c’è un limite a tutto. Partecipa al sondaggio
A maggior ragione se chi come noi è dall’inizio del campionato che coniuga l’Atalanta al di sopra della zona a rischio della classifica. Non è questione di sfera magica ma del solo confronto, tra l’organico nerazzurro e quello delle avversarie in lizza per non retrocedere. Ma non è solo per questo.
Ad un appropriato parco giocatori vanno aggiunti la guida tecnica e la competenza dei preposti alla sala dei bottoni di Zingonia. Elencare i componenti dell’organico atalantino (titolari e cambi nessuno esclusi) diventerebbe troppo lungo.
Soffermarci, allora, sul mister Stefano Colantuono e sul direttore generale Pierpaolo Marino. Il primo, in quattro anni, può mostrare orgogliosamente una promozione in serie A, un paio di permanenze nella massima categoria senza il benchè minimo affanno e, oggi come oggi, un centro graduatoria che promette ulteriori soddisfazioni.
Al dirigente campano i palpabili meriti di mercati estivi e invernali in grado di consegnare a Colantuono pedine di sicuro affidamento. Nonostante ciò, spesso e volentieri, parecchi sono soliti storcere il naso, a intermittenza, per l’operato e le scelte dell’uno e dell’altro. A Colantuono , con toni anche accesi, viene rimproverato di non dare un gioco piacevole al collettivo; a Marino si rinfaccia qualche sgradito acquisto.
Come se ai due fosse vietata la natura umana. Lungi dall’ assumere il ruolo di difensori d’ufficio dell’allenatore e del massimo dirigente vale la pena ricordare che la famiglia Percassi ha, da tempo, blindato entrambi per altre due annate. I casi, allora, sono due: o i proprietari del club nerazzurro hanno commesso un errore colossale oppure l’hanno vista, proprio, bene (non c’è via di mezzo).
Esaminate con la dovuta attenzione i risultati della squadra e societari sin qui conseguiti e datevi una esauriente e pronta risposta.
Arturo Zambaldo
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