
Sport / Bergamo Città
Sabato 22 Novembre 2014
Atalanta, amaro in bocca per il ko
Quella traversa di Baselli sull’1-0...
L’amaro in bocca resta, eccome, al termine della sfida con la Roma. Sì, perché, si può parlare di occasione gettata al vento per non essere riusciti a portare prezioso fieno in cascina.
Complice anche la formazione rimaneggiata degli avversari, la squadra nerazzurra ha dimostrato per quasi l’intera durata della gara di controllare a dovere i giallorossi. Se fosse entrato in rete il pallone che Baselli ha stampato sulla traversa una decina di minuti dopo il gol di Moralez, quale piega avrebbe assunto la partita?
Ma al di là del clamoroso legno colpito dal regista si sono certificate altre azioni offensive degne di tale nome. In altri termini i nerazzurri hanno recitato, sino in fondo, l’auspicabile copione chiesto e preteso alla vigilia. Accorti in difesa ma al bando qualsiasi tipo di barricata. Di conseguenza i centrocampisti hanno avuto l’opportunità di impostare un discreto numero di giocate per gli avanti Moralez e Denis. Il primo, oltre, al gol-lampo di pregevole fattura e a una condotta di gara da sufficienza piena ha avuto sui piedi, nella seconda parte della ripresa, la palla gol del possibile pareggio.
Quanto a Denis, invece, spiace parecchio non rivederlo in grado di regalarci l’abbondanza di consensi ampiamente riconosciutigli nelle precedenti stagioni. Proseguendo sulle prestazioni dei singoli, da accostare a Moralez, Raimondi. Il tutto polmoni della Valle Brembana ha offerto il passaggio vincente al piccolo Maxi dell’1-0 e in più tenacia, dinamismo e super galoppate messi a disposizione dell’intero collettivo.
Riteniamo, infine, che gli sportivi bergamaschi avrebbero gradito ascoltare a match concluso le impressioni di Stefano Colantuono. Ma nella sua fulminea conferenza stampa il mister ha subito precisato che non avrebbe commentato l’incontro. Al microfono, nel corso di tre minuti circa, si è limitato a fare delle considerazioni negative sull’operato dell’arbitro prima di andarsene.
Arturo Zambaldo
© RIPRODUZIONE RISERVATA