A Verona per tentare il colpaccio?
Per l’Atalanta il momento pare propizio

Il calendario, questa volta, sembra proprio darci una mano. Ci manda a Verona contro un’avversaria con evidenti problemi sulle spalle.

Dieci i gol subiti in quattro giorni la scorsa settimana, tra Coppa Italia e campionato dalla Juventus (uno solo realizzato). La classifica ad onor del vero non è da mani nei capelli (cinque le lunghezze che la separano dalla zona a rischio) ma non risponde, comunque, alle attese estive.

E quando le cose non girano per il verso giusto addossare ogni responsabilità all’allenatore di turno rappresenta il copione preferito da dirigenza e tifoseria. Ne sa qualcosa Andrea Mandorlini, già da un bel po’ contestato tanto da rischiare la panchina in caso di risultato negativo proprio di fronte all’Atalanta, club che riportò in serie A nella gestione di Ivan Ruggeri.

Viceversa l’Atalanta è stata di recente rigenerata in virtù dell’entusiasmante, nonché, super prezioso blitz di Milano, sponda rossonera. Si è trattato della classica «botta di vita» per quanto riguarda autostima da parte dell’intero collettivo atalantino e posta in palio blindata in cassaforte.

I quattro punti di margine sulla terz’ultima Cagliari (più un quinto per lo scontro diretto a favore) hanno di gran lunga scemato l’incubo-salvezza sprigionato da una serie di risultati titubanti e da un gioco spesso latitante.

Scrollati di dosso timori e perplessità comunque sostenibili pare giunto il momento propizio per confidare in quell’operazione risalita invocata a viva voce all’unanimità. Con il Pinilla del Meazza e il Papu Gomez di mercoledì a Firenze, mister Stefano Colantuono si è ritrovato con armi in più per tentare, a pieno titolo, il classico colpaccio allo stadio Bentegodi.

A patto, naturalmente, di rivedere all’opera la squadra convincente e quant’altro applaudita, dal primo all’ultimo istante, alla Scala del calcio. Eccesso di ottimismo il nostro? Fate voi...

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