«Io non mollo e vado avanti». Il tecnico del Milan, Leonardo, non si sente a rischio a prescindere dal risultato del match di domenica contro l'Atalanta a Bergamo. «Io dopo la partita dell'Atalanta non dovrò dire niente della mia situazione perché i patti sono chiarissimi», osserva Leonardo. «Ho parlato mezz'ora fa con Berlusconi, lui è sempre molto vicino al Milan nel bene e nel male. E saremo sempre vicini nelle analisi e nei giudizi su quello che sta succedendo. La formazione? Per quello ci sentiamo domani...», ha scherzato il tecnico brasiliano.
«Io non cerco alibi, oggi il Milan fa fatica e se è tutta colpa mia non è un problema. Ma non credo ci siano giudizi definitivi e comunque sia sarà difficile che con la società finisca male. Non ha importanza l'essere aziendalista o la fiducia da parte della squadra, il mio dovere è far scendere in campo i giocatori e farli vincere. Io non sono qua preoccupato del fatto che un domani succederà che io non sarò più l'allenatore, io voglio solo il bene del Milan. Dei giudizi mi preoccupo fino a un certo punto. Io sto facendo un percorso, sto facendo il mio lavoro, non parlo di "patata bollente" perché qualsiasi allenatore avrebbe potuto trovarsi nella mia situazione, ma è normale che se i risultati non arrivano se ne parli».
«La squadra? Credo mi segua, anche se i risultati sono stati altalenanti. Pato? Fa fatica dal punto di vista fisico e mentale, ma è cosciente che deve essere più vivo e dentro il gioco. Ronaldinho? Giudico solo il giocatore in campo e non il calciatore fuori dal campo. La partita contro l'Atalanta? Dobbiamo tentare di vincere».
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