«Ma questa è bella: torno dall’altra parte del mondo e scopro che sono stato io a mandare via Nello Malizia dall’Atalanta. E allora spieghiamolo ai bergamaschi, che se fossi rimasto io Nello Malizia sarebbe ancora all’Atalanta».
Gigi Del Neri è caustico, mentre chiama al telefono da Aquileia. E chiede di poter dire la sua, dopo aver letto e sentito alcune dichiarazioni dei dirigenti dell’Atalanta. «Ero in vacanza alle Maldive - spiega l’ex tecnico nerazzurro - e appena rientro arrivano le prime telefonate: "ma Gigi, cos’hai fatto a Nello?" Allora m’informo, leggo, vedo. E resto di sasso. Quindi fatemi spiegare cos’è successo. Primo: io ho avuto un confronto durissimo, con Nello, esattamente un anno fa. Avevamo idee diverse, ci siamo parlati da uomini, abbiamo concordato di continuare insieme. Nella stagione scorsa Malizia ha lavorato in modo diverso e io non ho più messo in dubbio la sua posizione. Perché sul campo Malizia è bergamasco, lavoratore, umile. Uno che non devi perdere, che è un valore aggiunto per l’Atalanta. Fossi rimasto a Bergamo, Malizia sarebbe rimasto a lavorare con il mio staff. Nello lo sa. E anche i dirigenti lo sanno bene».
Poi Del Neri prende fiato, e va oltre. «Ho lasciato Bergamo con un concetto nel cuore: massimo rispetto per la famiglia Ruggeri. Ribadisco quello stesso concetto: massimo rispetto per la famiglia Ruggeri. Ma invito i dirigenti dell’Atalanta a non usare il mio nome per giustificare delle loro scelte, a non tirarmi in mezzo adesso che non ci sono più. Io mi considero responsabile di tutto quello che è successo fino a Pasqua, da quel momento in poi non ho più partecipato ad alcuna decisione, concentrandomi sul campo per chiudere nel modo più dignitoso possibile. Che adesso mi si tiri in ballo in questo modo non lo posso accettare. Viva l’Atalanta, ma che nessuno si permetta di mettermi in mezzo».
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