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L'altra fede, quella per il calcio, è così forte che nemmeno la moglie Paola, nonostante i ripetuti inviti a riposarsi, riesce a farlo smettere. E non ci provi più: il Trap è un patrimonio internazionale. Dovunque ha allenato ha lasciato il segno: Italia, Germania, Portogallo, Austria e ora l'Irlanda dove è già un idolo. Ha lasciato il segno perché vince come pochi nella storia del football (sono 22 i trofei che ha portato a casa tra scudetti e coppe varie). Ha lasciato il segno perché è un campione di simpatia. Istrione nei comportamenti, maccheronico nelle sue uscite: è passato alla storia il suo sfogo esilarante del 10 marzo 1998, quando, alla guida del Bayern Monaco, in conferenza stampa dopo una sconfitta, se la prese con il giocatore Strunz.
Trapattoni se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Il Milan e la Juve, le squadre più importanti della sua carriera, lo sanno bene: in rossonero ha giocato tredici stagione dal '57 al '71 (351 gare ufficiali) diventando uno degli uomini simbolo di quella squadra allenata da un altro mito, Nereo Rocco, e vincendo due scudetti, una Coppa Italia, due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Intercontinentale; in bianconero i momenti d'oro della sua seconda vita, quella da allenatore, illuminata da sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa e una Supercoppa europea.
Bellissimo lo scudetto conquistato con un'Inter da record nel 1988/89, triste l'esperienza al timone della Nazionale azzurra, finita senza gloria ai Mondiali del 2002 e agli Europei del 2004. Ma il Trap ha saputo sempre rialzarsi e tornare a trionfare. Così è accaduto al Benfica e al Salisburgo. Così lavora affinché succeda di nuovo con l'Irlanda, guadagnando quel passaporto per il Sudafrica che sarebbe già d'oro.
Tutta la carriera del Trap
Da giocatore (era mediano) ha disputato 17 partite in Nazionale, segnando un gol, fra il 1960 ed il 1964. Ha giocato nel Milan dal 1959 al 1971, chiudendo la carriera con il Varese nel 1971/72. In serie A: 284 partite, 3 gol. Ha vinto due scudetti (1961/62, 1967/68), due Coppe dei Campioni (1962/63, 1968/69), una Coppa Intercontinentale (1969), una Coppa delle Coppe (1967/68), una Coppa Italia (1966/67).
A livello di club Giovanni Trapattoni è l'allenatore italiano che ha vinto di più: dieci scudetti tra Italia (1976/77, 1977/78, 1980/81, 1981/82, 1983/84 e 1985/86 con la Juve, 1988/89 con l'Inter dei record), Germania (1996/97 con il Bayern Monaco), Portogallo (2004/05 con il Benfica) e Austria (2006/07 con il Salisburgo).
Una Coppa dei Campioni (1984/85), una coppa Intercontinentale (1985), una Coppa delle Coppe (1983/84) tutte con con la Juventus, tre Coppe Uefa (1976/77 e 1992/93 con la Juve, 1990/91 con l'Inter), una Supercoppa europea (1984 con la Juve), una Supercoppa italiana (1989 con l'Inter) e una tedesca, due Coppe Italia (1978/79, 1982/83 entrambe con la Juve) e una Coppa di Germania (1997/98).
Ha iniziato la carriera da tecnico nel Milan, sostituendo Nereo Rocco nel 1973/74. Ha guidato i rossoneri ancora nel 1975/76, poi la Juventus fino al 1986, l'Inter fino al 1991, di nuovo la Juventus fino al 1994, il Bayern Monaco nel 1994/95, il Cagliari nel 1995/96, di nuovo il Bayern fino al 1998. Poi il ritorno in Italia e la panchina della Fiorentina fino al 2000, quando è stato nominato ct della Nazionale. Quattro anni poco felici, con l'eliminazione negli ottavi contro la Corea del Sud ai Mondiali del 2002 e quella al primo turno negli Europei in Portogallo del 2004. Quindi l'addio azzurro. Trap è rimasto però in Portogallo, guidando il Benfica alla vittoria del campionato 2004/05.
A fine stagione ha deciso di tornare in Bundesliga, con lo Stoccarda. Senza fortuna: a febbraio del 2006 è stato esonerato. In estate è arrivata una chiamata dall'Austria: destinazione Salisburgo. E un nuovo scudetto, il decimo della sua carriera di tecnico.
Poi si è fatta avanti l'Irlanda, che il 13 febbraio 2008 l'ha nominato commissario tecnico.
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