Gabbiadini con la Nazionale:
«Io al Mondiale? Una speranza»

«Vero che gli stranieri in serie A sono tanti, ma non mancano anche i giovani interessanti e spetta quindi a loro, a noi cercare in ogni partita di dare di più». Manolo Gabbiadini da Bolgare, classe '91, fa autocritica.

«Vero che gli stranieri in serie A sono tanti, ma non mancano anche i giovani interessanti e spetta quindi a loro, a noi cercare in ogni partita di dare di più». Niente alibi insomma: all'indomani della strigliata di Cesare Prandelli ai baby del calcio italiano, sollecitati dal ct a farsi trovare più pronti, uno dei più giovani del gruppo azzurro, Manolo Gabbiadini da Bolgare, classe '91, fa autocritica.

«Quello che ha detto Prandelli non mi sorprende, trovo normale che ci pungoli a fare di più e meglio - ha detto l'attaccante bergamasco della Sampdoria, ma per metà di proprietà della Juventus -. In Nazionale ci sono tantissimi campioni, chi di noi giovani viene chiamato in causa deve provare sempre a dare qualcosa di più».

Anche perché dopo il Mondiale in Brasile tra giugno e luglio 2014 si preannuncia un autentico cambio generazionale. «I talenti ci sono, è chiaro che poi devono sfruttare a dovere ogni occasione, senza fallirle», ha ribadito Gabbiadini, alla seconda convocazione in azzurro, la prima per impegni ufficiali, conquistata anche grazie alle scelte finora fatte.

«A gennaio potevo andare alla Juve ma ho preferito continuare a crescere a Bologna, è stato molto importante per me giocare con continuità, attingendo da un campione come Gilardino. Mi sento molto cresciuto. Ora punto a fare bene con la Samp, mi servirà anche per il futuro per guadagnarmi qualcosa di importante, il Mondiale sarebbe eventualmente una conseguenza».

Se non è emergenza poco ci manca: senza cinque titolari (gli squalificati Balotelli, Montolivo, Osvaldo e gli infortunati Marchisio e Barzagli), Cesare Prandelli si vede costretto a ridisegnare la sua Italia in vista della prima delle due gare di qualificazioni ai Mondiali, in programma venerdì a Palermo contro la Bulgaria.

«Punterò sulla qualità del centrocampo e sulla velocità sulle fasce», ha detto il ct azzurro, che ha testato la squadra con il 4-3-2-1, impiegando davanti a Buffon (prossimo al record di presenze) una linea difensiva composta da Abate, Bonucci, Chiellini e Antonelli, dal trio di centrocampo formato da Pirlo affiancato a destra da De Rossi e a sinistra dal rientrante Thiago Motta, quindi Candreva e Giaccherini a sostegno di Gilardino schierato unica punta. Una squadra che ha tutti i crismi per essere quella titolare contro la Bulgaria. Differenziato per Cerci (affaticamento al bicipite femorale).

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