Remer, è arrivato Novar Gadson
L'americano inserito nel gruppo 

È arrivato a Linate intorno alle 13 di venerdì: Novar Gadson, ala statunitense ventitreenne che con il ceko Kyzlink costituirà la coppia di stranieri della Remer nella stagione sportiva 2013-2014 proveniva da Filadelfia (scalo a Londra).

Gadson è stato accolto all'aeroporto milanese dal direttore generale Euclide Insogna che lo aveva definitivamente scelto un paio di settimane fa dopo aver visionato dvd in quantità industriale. Anche se affaticato dal viaggio ha manifestato subito la volontà di conoscere i compagni di squadra e di unirsi a loro per gli allenamenti in vista del prossimo campionato di Legadue (girone silver) che comincerà il 6 ottobre (trasferta di Ravenna).

“Anche se a casa mia – ha detto – non sono rimasto fermo non vedo l'ora di iniziare una vera e propria preparazione in modo di essere già a puntino al via del torneo”.

Sulla potenzialità della Remer, Gadson ha puntualizzato “Parlo solo per sentito dire da persone, comunque, affidabili. So che verrò inserito in un gruppo che in Italia vanta statistiche eccellenti. Cercherò, dunque, di contribuire alla ricerca di risultati i più possibili soddisfacenti. Mi dicono, inoltre, che al PalaFacchetti accorrono, durante le gare, tifosi che incoraggiano a mille la squadra, è davvero meraviglioso”.

È probabile che a Gadson venga concesso qualche minutaggio domani, sabato 31, nel corso dell' amichevole che la Remer disputerà con Pavia al PalaFacchetti (alle 17 l'inizio con ingresso libero). Vale la pena ricordare che sempre Gadson è il secondo americano a indossare la maglia del club trevigliese: a precederlo quattro lustri anni or sono Bob Linhard.

Per la cronaca, prima di Linheard e Gadson, gli appassionati bergamaschi del pallone a spicchi avevano applaudito, nelle file delle mai dimenticate Alpe e Celana, altri otto giocatori provenienti d'oltre oceano. Su tutti Ciuk Jura, il leggendario “sceriffo” del Nebraska, artefice numero uno della promozione in serie A1 del sodalizio presieduto da Dante Signorelli.
Arturo Zambaldo