Atalanta, ecco il 4-3-3 del mister
«Se non c'è equilibrio sono guai»

Bisogna difendere con 8 giocatori dietro la palla e attaccare portandone 4-5 dove si può colpire. Lo dice l'allenatore dell'Atalanta, Stefano Colantuono, alla vigilia del campionato 2013/2014: «È così, se vuoi avere equilibrio. Altrimenti vai nei guai».

«Prima vi chiedo un impegno: non fatemi passare per l'inventore del calcio. Va bene presentare il nostro nuovo progetto tattico perché credo che sia utile spiegare ai tifosi cosa vogliamo fare, ma il mio è solo un punto di vista. Non fatemi passare per presuntuoso, non ho solo certezze, il dubbio è segno d'intelligenza. E il calcio esige elasticità».

Promesso, mister. Quindi anche lei dice che il calcio è dinamico, non statico. Nessuna partita ha un unico filo conduttore.
«Sì, è così. Già solo passando dalla fase di possesso a quella di non possesso il modulo cambia».

Bisogna difendere con 8 giocatori dietro la palla e attaccare portandone 4-5 dove si può colpire. L'ha detto lei...
«È così, se vuoi avere equilibrio. Altrimenti vai nei guai».

Quindi il suo 4-3-3 in fase difensiva diventerà 4-5-1...
«Normale. È così per tutti, da sempre. E per tutti i moduli. Il 4-2-3-1 se difendi diventa 4-4-1-1; eccetera...».

Ci dica del 4-3-3. Com'è nata l'idea?
«Vale il discorso di sempre: un allenatore deve valorizzare al meglio l'organico a disposizione, senza dogmi».

Ma lei ha in testa il 4-3-3 da prima della formazione di quest'organico.

«Il 4-3-3 l'abbiamo già proposto un paio di volte nel campionato scorso, vincendo bene a Palermo, e perdendo male in casa del Torino. A conferma che non c'è un modulo che vince sempre...».

Però questa non è mai stata la sua prima scelta.
«No, ma dopo la cessione di Schelotto ho cominciato a pensarci, in prospettiva, per due ragioni: la difficoltà a trovare esterni adatti al 4-4-2 e le caratteristiche dei nostri giocatori».

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