Comark, addio ai playoff
Ma c'è di che consolarsi

Il percorso della Comark va letto in due chiavi contrastanti tra loro. Innanzitutto un aggiornamento sulla situazione: a un paio di gare dal termine della regular season, capitan Reati e compagni si son visti, virtualmente, sfuggire il dichiarato obiettivo-playoff.

Il percorso della Comark va letto in due chiavi contrastanti tra loro. Innanzitutto un aggiornamento sulla situazione: a un paio di gare dal termine della regular season, capitan Reati e compagni si son visti, virtualmente, sfuggire il dichiarato obiettivo-playoff, dovendo così ripiegare sulla pur dignitosa permanenza nell'attuale categoria, chiamata prossimamente Lega due-silver.

Le ambizioni, modificate dalla dirigenza in corsa, ha lasciato inevitabilmente l'amaro in bocca tra gran parte della tifoseria, che stava pregustando le prossime entusiasmanti sfide-promozione.

La società, a parer nostro, al di là di una fisiologica amarezza non ha, però, motivo di recitare il classico mea culpa. Anzi. Proprio per puntare, senza mezzi termini, quanto meno al quarto posto finale al mercato di gennaio ha elevato la qualità della rosa mettendo mano al portafogli.

Da qui l'ingaggio di Pederzini e Raminelli, pedine ad hoc per punti nelle mani e altro. Innesti di cui la squadra ha ben usufruito nelle partite interne, mentre in quelle lontano dal PalaFacchetti è seguita l'imperterrita serie negativa (siamo a tredici ko consecutivi, forse un record).

Ulteriore rammarico è di non aver valorizzato sino in fondo i giovani, venendo quindi meno alla tradizionale e auspicacata politica dello stesso sodalizio bergamasco. In altre parole, all'atto pratico, non sta in piedi il copione, recitato all'unanimità dagli allenatori di turno, secondo il quale per centrare certi traguardi importanti il dimenticare in panchina i baby diventa una adeguata conseguenza.

Non ha fatto eccezione, in questo ambito, Adriano Vertemati che ha sì tentato di cambiare rotta ma in ritardo. Adesso non resta che accettare la realtà che ci porta ad applaudire ugualmente la futura Comark, anche se non con in tasca il salto di qualità atteso.

A tal proposito, in ogni caso, specie coi tempi che corrono, evitare la retrocessione può essere motivo di marcata soddisfazione. Del resto il livello tecnico-spettacolare offerto dalla terza divisione del basket nazionale è sicuramente buono. Ricordiamo, al riguardo, che più di un club ha ammainato, drasticamente, la bandiera per ragioni di bilancio.

Sotto questo aspetto, da sempre, la Comark si è puntualmente distinta in positivo. Vi sembra poco?

Arturo Zambaldo

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