Una Sarnico-Lovere africana
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Con un pensiero rivolto ai «colleghi» di Boston è iniziata la Sarnico-Lovere Run, gara di corsa su strada di livello internazionale giunta alla sua terza edizione. Ventisei i chilometri, un ibrido tra la «mezza» e la maratona che evidentemente piace.

Con un pensiero rivolto ai «colleghi» di Boston è iniziata la Sarnico-Lovere Run, gara di corsa su strada di livello internazionale giunta alla sua terza edizione. Ventisei i chilometri, un ibrido tra la «mezza» e la maratona che evidentemente piace molto agli appassionati visto che gli iscritti sono stati ben 2748.

Certo il paesaggio e l'incanto di una gara corsa in uno scenario da favola con il verde della montagna sulla sinistra e il blu del lago dall'altra parte - cui si aggiunge il tracciato completamente chiuso alle auto (cosa rara) - hanno fatto da volano a questa manifestazione che in tre edizioni è riuscita a fare salti da mille ogni volta: dai 900 atleti del 2011 agli oltre 2700 quest'anno.

Una bella soddisfazione per gli organizzatori, primo fra tutti Gianni Poli, capace di conquistare New York nell'86 e oggi motore, con gli amici Filippo Cassarino, Michele Zana e Sergio Gandaglia di questa bella iniziativa nella quale sono riusciti a coinvolgere atleti di calibro internazionale, con un nugolo di africani che hanno fatto valere le proprie doti conquistando ben cinque dei sei gradini del podio nelle classifiche assolute.

Trecento i volontari lungo il percorso, più di 2.500 litri tra acqua e bevande nei 5 posti di ristoro, oltre 3.000 banane all'arrivo, questi i numeri dell'organizzazione, cui hanno collaborato, oltre ai Comuni interessati dal percorso, anche la Guardia Costiera Ausiliaria, l'Associazione Vittime della Strada, la Cooperativa Azzurra e l'Associazione Angelman che ha «spillato» sulla maglia di chi lo voleva il proprio cuore perché, parole della responsabile Roberta Martinelli, «loro che possono, corrano un po' anche per i nostri bambini».

Il cielo regala un «buco» senza pioggia e alle 9,30 pronti via da Piazza XX Settembre. Ritmo non troppo sostenuto con gli atleti che si studiano e prendono le misure con questa distanza non convenzionale che rischia di farti trovare senza gambe nel momento decisivo. Africani subito in testa sul percorso «mosso» e con tante curve che costringono sempre alla massima attenzione per evitare imboscate.

I più attivi sono l'etiope Tegeng, il ruandese Simukeka, il keniano Ngeno e i due marocchini Tyar e En Guady. Al passaggio da Riva di Solto sotto i colpi del forcing dell'etiope e del ruandese - i favoriti della vigilia - perdono terreno i due marocchini mentre resiste a ruota Ngeno. Si va avanti con i tre che volano sulle sponde del Sebino fino alla discesa che immette sul lungo lago che conduce al porto turistico di Lovere dov'è posto il traguardo.

All'inizio dell'ultima discesa si stacca il keniano. I due rimasti si studiano finché l'etiope Megesha Tegeng rompe gli indugi e fa valere le sue doti di «discesista» riuscendo a prendere a Jean Baptiste Simukeka quel paio di metri che gli permetteranno di tagliare per primo il filo di lana con i tempo di 1h18'46". Terzo chiude Daniel Ngeno mentre Abdelhadi Tyar e Khalid En Guady portano il Marocco al 4° e 5° posto. Alle loro spalle Mouhamed Tahary, africano di passaporto italiano che vince quindi la classifica dedicata ai nostri connazionali.

Anche in campo femminile spazio alle quote rosa-nere con le due favorite, l'Etiope Kitana Meseret e la Ruandese Claudette Mukasakindi a fare da coppia di testa fino alla volata finale che le vede classificarsi rispettivamente 1ª e 2ª. Alle loro spalle resiste Francesca Marin, la varesina in forza ai Runner Bergamo che conquista il terzo gradino del podio. Alla festa delle premiazioni oltre ai primi 10 della classifica assoluta premi anche per i primi 5 italiani e per i primi 5 classificati di ogni categoria. Premio speciale al gruppo più numeroso, i Bergamo Running, mentre Riva di Solto si aggiudica i 1000 euro del «premio del tifo» per la miglior coreografia dedicata alla gara.

Mauro De Nicola


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