Bonaventura: «Io qui sto bene
Alla Nazionale ci penso si e no»

Il giorno dopo l'impresa ecco a voi Jack Bonaventura. La vittoria dell'Atalanta a Milano in rimonta contro l'Inter resterà negli annali della società bergamasca, ma potrebbe a posteriori diventare quella del definitivo salto di qualità del prodotto del settore giovanile atalantino.

Il giorno dopo l'impresa ecco a voi Jack Bonaventura. La vittoria dell'Atalanta a Milano in rimonta contro l'Inter resterà negli annali della società bergamasca, ma potrebbe a posteriori diventare quella del definitivo salto di qualità del prodotto del settore giovanile atalantino.

«È stata dura prendere sonno dopo tutte quelle emozioni e per la felicità - ha affermato il calciatore atalantino -. Lasciare il segno a San Siro è una tappa importante per diventare un grande giocatore: non ho fatto una cosa straordinaria, è nelle mie corde e posso ancora migliorare. È stata una delle partite più belle mai viste a Bergamo negli ultimi anni e la più bella di quest'anno: ci manca lo scalpo della Juventus e ci proveremo anche con loro. Vincere due volte in un anno a San Siro è stato eccezionale e questo ci deve dare la convinzione e la fiducia in noi stessi, perché possiamo fare grandi cose ma solo se c'è la continuità. Mi piacerebbe arrivare in doppia cifra, ci proverò, ma non è un'ossessione».

Prepariamoci ad un'estate di fuoco, visto che il nome del marchigiano sarà sui taccuini di tutte le più grandi squadre della Serie A. «Le voci di mercato ti tolgono concentrazione e non è una frase fatta: qua sto bene e le cose mi vengono facili. Penso a continuare così e poi vedremo e non voglio pensare troppo al futuro, ma al presente, perché c'è ancora una salvezza da conquistare matematicamente. Per essere convocato in Nazionale bisogna fare delle cose importanti e non ci penso più di tanto. Ruggeri l'ho conosciuto poco, ma se l'Atalanta è questa lo deve anche a lui: a Zingonia lui è ancora presente».

La partita con l'Inter rimarrà nei ricordi anche per il rigore inesistente per i bergamaschi, con i nerazzurri comunque in vantaggio di 3-1 e per la reazione, sicuramente covata dagli ultimi burrascosi mesi in atalantino, dell'ex Schelotto.

«Non l'ho visto, ho letto che ci sono state polemiche. Anche sul gol di Alvarez c'è stato un fallo di Rocchi su Stendardo che ha condizionato l'azione: l'arbitro può sbagliare e anche noi siamo stati penalizzati parecchio quest'anno. Schelotto non si è lasciato bene con tutto l'ambiente atalantino, c'è stata qualche scintilla, ma può capitare perché la partita era combattuta, e gli animi si erano riscaldati. Dispiace perché è un bravo ragazzo e non avrebbe voluto fare tutto il casino che c'è stato».

Adesso sotto con la Fiorentina, in campo a Bergamo sabato 13 aprile alle 20.45: c'è da ricordare a dovere l'ex presidente Ruggeri e vendicare il 4-1 dell'andata. «Ci mancano ancora belle partite in casa e vogliamo fare ancora parecchi punti, non ci sentiamo arrivati e con altri tre punti troviamo la salvezza matematica. A Firenze siamo stati sconfitti senza giocare bene e vogliamo rifarci. Loro lottano per la parti alte della classifica, ma giochiamo in casa e vogliamo tornare a vincere davanti ai nostri tifosi. Ci manca solo continuità per fare il salto di qualità. Senza Jovetic qualcosa perdono, ma hanno un organico importante. Non abbiamo obiettivi oltre la salvezza e il 10° posto potrebbe darci nuovi stimoli».

Simone Masper

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