L'AlbinoLeffe imita l'Atalanta
Alessio Pala e l'impresa recupero

Alessio Pala deve aver fatto sua la ricetta vincente di Stefano Colantuono, confezionata con estrema cura l'estate 2011. Allora l'Atalanta, al pari dell'Albinoleffe dodici mesi dopo, doveva abbattere la penalizzazione per il calcio scommesse: sei punti da recuperare nel più breve tempo possibile.

L'impresa riuscì, come si sa, ai nerazzurri, tanto da stabilire il record di punti (cinquantadue) in quello stesso campionato. Ora l'Albinoleffe ne sta ricalcando brillantemente il percorso.

Già a tre quarti di stagione, infatti, il club presieduto da Gianfranco Andreoletti si può ritenere fuori dalla zona retrocessione (e, scusate se è poco). Il tutto in virtù di una serie di risultati conseguiti (l'ultimo, il blitz a San Marino, nel recupero di giovedì scorso) che parlano da soli.

Valore aggiunto è la rosa biancoceleste imbottita di giovani in graduale e costante crescita. Non a caso più di uno appare sul taccuino di società di categorie superiori.

Pala, inoltre, può sventolare a buon diritto il detto “due piccioni con una fava”: ai risultati sul campo coniuga la valorizzazione dei baby. Un connubio, del resto, che rappresenta l'intransigente identikit del sodalizio seriano.

Nessuno, poi, dimentica i copiosi consensi ricevuti da Pala quando ha guidato per un triennio la Primavera dell'Atalanta. A lui, peraltro, il riconosciuto merito di aver riportato al titolato laboratorio di Zingonia un “disperso” Jack Bonaventura, allora sedicenne.

Pure sul tecnico bergamasco sono puntati gli occhi di più dirigenti. Ma difficilmente interromperà il progetto-Albinoleffe che ha, da poco, sposato con profonda convinzione.

Doverosa annotazione: il settore giovanile dell'Albinoleffe ha compiuto qualitativamente passi da gigante proprio con l'avvento di Pala, alla sua guida, quattro anni or sono. Si tratta di un caso? 
Arturo Zambaldo