Il sogno realizzato di Raimondi
tra gol e famiglia: «Bravo papà»

«Papà, abbiamo una sorpresa per te». Ed è sbocciato il sorriso di Cristian Raimondi, uscito direttamente dall'ultimo capitolo della sua favola: lui, anatroccolo tornato cigno, in gol al Comunale con la maglia dell'Atalanta, sotto la curva Nord.

«Papà, abbiamo una sorpresa per te». Ed è sbocciato il sorriso di Cristian Raimondi, uscito direttamente dall'ultimo capitolo della sua favola: lui, anatroccolo tornato cigno, in gol al Comunale con la maglia dell'Atalanta, sotto la curva Nord, in serie A, a tre minuti dalla fine. Il suo sogno.

«Domenica sono tornato a casa e i bambini mi hanno consegnato un pacchetto: è il nostro regalo per te, mi hanno detto. Dentro il pacchetto c'era una bandiera dell'Atalanta disegnata su un foglio di carta e un biglietto scritto a mano. Lo appenderò nello spogliatoio».

Bravo papà, hanno scritto Camilla, Giulia e Luca, 11 anni in tre, ma papà Raimondi il giorno dopo deve dribblare il pudore del racconto. Ha sorriso arrossendo ieri mattina, quando ha accompagnato a scuola Camilla, in prima elementare. «Eccolo» hanno detto le maestre, e poi lo hanno fermato: «Complimenti, l'abbiamo vista». E

Raimondi commenta: «Mi sono sentito imbarazzato, perché non sono abituato, il palcoscenico non è il mio». Il suo ieri è stato un risveglio classico: colazione con la moglie Sarah, l'uscita per portare a scuola Camilla, dribbling sul pressing delle maestre, allenamento, lettura del fiume di sms «e capatina in piscina».

Ma ti sei messo a fare il bomber, le hanno chiesto nello spogliatoio?
«No. Mi hanno abbracciato in tanti, Capelli e Peluso mi hanno aspettato fuori, Biondini mi ha mandato un sms, domenica sera io e mia moglie siamo andati a cena con Bellini, Manfredini, Cigarini. E siccome Bellini è un brillantone ha offerto lui, ma il più incontenibile nel dopo-partita era mio cognato, che va in curva da 30 anni e domenica era lì con mio nipote Emanuele. Sono loro i miei portafortuna».

E lei, di quel passato, che cosa ha rivisto nella corsa sotto la curva?
«Ho pensato di levarmi la maglia, ho pensato di scavalcare la rete. E mi è venuto in mente il gol di Gallo al 118' con la Juventus, in Coppa Italia. Diverso dal mio, ma quel giorno ero in curva e ricordo la gioia dei tifosi. Brividi simili, domenica è stato il mio giorno più bello da calciatore».

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