Il presidente degli arbitri Nicchi:
le polemiche il tumore del calcio

«Le polemiche artefatte sono il tumore del calcio. Fosse per me, vieterei a tutti le considerazioni a caldo in sala interviste. Le prime due giornate di campionato, dal punto di vista degli arbitri, sono andate più che bene». Così Nicchi, presidente Aia, a Bergamo.

«Le polemiche artefatte sono il tumore del calcio. Fosse per me, vieterei a tutti le considerazioni a caldo in sala interviste. Le prime due giornate di campionato, dal punto di vista degli arbitri, sono andate più che bene». Intervenuto al vernissage stagionale della sezione di Bergamo, il presidente nazionale dell'Aia Marcello Nicchi non ha risparmiato qualche frecciatina all'ambiente del calcio. Difendendo a spada tratta l'operato delle giacchette nere.

«È ancora presto per i bilanci, ma l'innovazione dell'arbitro d'area ha cominciato da subito a dare i suoi frutti - ha precisato Nicchi -. Ci sono stati due casi, prontamente risolti in campo e giudicati a dovere. È non è solo questione di gol-non gol: la nuova figura è un deterrente contro strattonate, simulazioni e risse».

La tecnologia, insomma, non è tutto: «Il mezzo meccanico serve, ma io sono sempre stato un sostenitore del fattore umano - spiega il numero uno degli arbitri italiani -. L'occhio è più veloce e preciso delle moviole televisive. E poi noi, come componente fondamentale del calcio, siamo i difensori e i promotori della cultura sportiva. Che non c'entra con le dichiarazioni un pò troppo impulsive del dopo partita».

Infine, un accenno allo stato di salute del movimento: «L'Aia ha circa 34 mila iscritti. Non tantissimi, considerato che i colleghi tedeschi sono 80 mila ma da loro i giudici di linea ancora non ci sono. Ma siamo in crescita: nel 2011, ai nostri corsi nazionali, si sono presentati in 6280».

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