Difesa Conte contro Carobbio
Ma Palazzi replica a Bongiorno

«La strategia difensiva di Filippo Carobbio è chiara: derubricare il proprio reato in un semplice peccato, evitando così una pericolosa associazione per delinquere in sede penale. Per questo Carobbio accusa Conte». Lo ha detto l'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Conte.

«La strategia difensiva di Filippo Carobbio è chiara: derubricare il proprio reato in un semplice peccato, evitando così una pericolosa associazione per delinquere in sede penale. Per questo Carobbio accusa Conte, per questo cerca di ridimensionare il proprio ruolo nel calcioscommesse, per questo dice: "Io sono un pesce piccolo, tutto è mosso dalle società"».

Con queste argomentazioni l'avvocato Giulia Bongiorno, uno dei legali scelti da Antonio Conte per il processo d'appello sullo scandalo Scommessopoli, ha provato a smontare la credibilità di Carobbio, grande accusatore del tecnico della Juventus sanzionato con 10 mesi di squalifica in primo grado per non aver denunciato le presunte combine delle partite Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena.

«Per la Commissione Disciplinare Carobbio è testimone di assoluta credibilità - ha spiegato la Bongiorno nella propria arringa di fronte alla Corte di giustizia federale - Carobbio è divino, uno e trino, una mitizzazione che mi ha fatto impressione ma non è affatto casuale, perché per lui i giudici hanno utilizzato il famoso riscontro ping-pong. Cosa prova la credibilità del pentito su Novara-Siena? La combine svelata della gara AlbinoLeffe-Siena. E cosa prova quest'ultima? Naturalmente quanto già detto su Novara-Siena. Ma questo riscontro ping-pong è stato rigettato dalla Cassazione».

Durante la propria arringa nell'aula dell'ex Ostello della gioventù di Roma, durata mezz'ora esatta, la Bongiorno si è poi soffermata sulle due partite discusse: «Per ciò che riguarda Novara-Siena - ha spiegato l'avvocato di Conte - Carobbio viene smentito seccamente da Gervasoni, secondo il quale la partita fu combinata dagli zingari e non ci furono accordi di spogliatoio. Su AlbinoLeffe-Siena, la Disciplinare punisce Conte perché il collaboratore Stellini sapeva e ha ammesso il proprio coinvolgimento. Ma il principio del "non poteva non sapere" non è accettabile, come spiegato dalla stessa Cassazione. E poi lo stesso Stellini scagiona Conte, consigliando a Carobbio di combinare la partita senza dir nulla all'allenatore».

«La credibilità intrinseca ed estrinseca di Filippo Carobbio è dimostrata dai fatti». Così il procuratore federale Stefano Palazzi ha replicato alle osservazioni avanzate dai legali dell'allenatore della Juventus Conte e del vice Alessio nell'ambito del processo d'appello sullo scandalo Scommessopoli.

«La credibilità estrinseca di Carobbio è dimostrata dalle indagini della polizia giudiziaria - ha sottolineato Palazzi - e dai contatti telefonici tra gli esponenti del mondo delle scommesse e i calciatori. La credibilità intrinseca del giocatore è invece provata dalla progressione del processo collaborativo, del tutto coerente e logica. Le accuse di Carobbio non sono tardive, ma solo progressive, un fenomeno umanamente comprensibile. E quest'ufficio ha ricostruito obiettivamente i fatti, non rilevando alcun motivo di risentimento da parte del calciatore: se avesse avuto un intento calunniatorio, Carobbio non avrebbe aspettato tanto per tirare in ballo Conte, al contrario lo avrebbe già fatto dal 19 gennaio 2012».

Palazzi si è poi soffermato su Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena, presunte combine non denunciate da Conte secondo la Procura: «Le dichiarazioni rese da Carobbio su Novara-Siena sono confermate dall'incontro avvenuto tra Drascek e Vitiello - ha osservato Palazzi di fronte alla Corte di giustizia federale -. Le smentite degli altri giocatori del Siena? Purtroppo nel mondo del calcio c'è grande omertà, perché i giocatori hanno timore di incorrere in un deferimento per omessa denuncia: dunque tali smentite non possono avere stesso lo valore delle dichiarazioni accusatorie rese da Carobbio».

«E poi non c'è contraddizione tra Gervasoni e Carobbio: il primo afferma che fu Carobbio a contattare gli zingari, il secondo dichiara invece di essere stato contattato dagli zingari, ma la circostanza è confermata. L'avvocato Bongiorno ha poi parlato di un riscontro ping-pong sulla credibilità del Carobbio, ma le dichiarazioni confessorie rese da Passoni, Poloni, Garlini e parzialmente da Sala sulla combine della partita AlbinoLeffe-Siena riscontrano in modo pieno, puntuale e inconfutabile le accuse e la ricostruzione dei fatti fornita dal Carobbio. Per tutti questi motivi chiedo il rigetto dei ricorsi presentati e la conferma delle sanzioni emesse in primo grado».

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