Boxe, è morto Teofilo Stevenson
A Bergamo ci regalò una lezione

L'altra notte è morto a Cuba il più grande campione della storia del pugilato dilettantistico: Teofilo Stevenson, tre volte campione olimpico dei pesi massimi e altrettante campione mondiale. Nei ricordi della sua vita c'è anche Bergamo.

L'altra notte è morto a Cuba, stroncato da un infarto a 60 anni, il più grande campione della storia del pugilato dilettantistico: Teofilo Stevenson, tre volte campione olimpico dei pesi massimi (Monaco '72, Montreal '76 e Mosca '80) e altrettante campione mondiale (Avana '74, Belgrado '78 e, da supermassimo, Reno '86). Nei ricordi della sua vita, divenuta leggenda per il gran rifiuto di lasciare il suo amato Paese e passare al professionismo (gli offrirono 5 milioni di dollari per incontrare Cassius Clay ma lui preferì «l'amore di otto milioni di cubani»), c'è un posticino anche per Bergamo.

Nel 2006, ospite della Bergamo Boxe, Stevenson - che era in Italia per uno stage della sua federazione, di cui era vicepresidente –¬ fu ricevuto dall'allora sindaco Roberto Bruni, visitò la palestra cittadina e si intrattenne con la delegazione bergamasca al ristorante La Marianna. Ci raccontò della sua fedeltà a Fidel Castro e alla terra cubana. «Un signore dello sport», lo ricordano oggi Omar Gentile (presidente del comitato regionale della Federboxe), il maestro Egidio Bugada e il campione di casa nostra Luca Messi. Stevenson ci lasciò la sua preziosa ricetta per vincere. La giriamo a tutti i giovani sportivi e, non a caso, agli studenti che si preparano agli esami: «Il match non si vince sul ring, ma sotto. Allenandosi con serietà. Come uno studente che deve prepararsi per dare un buon esame. Disciplina, tenacia, applicazione e rispetto verso l'insegnante».

Andrea Benigni

© RIPRODUZIONE RISERVATA