La lente degli 007 federali
è puntata su Bologna-Bari

Altra giornata d'inchiesta sul Calcioscommesse sull'asse Bari-Bologna in Procura federale, dove davanti al pool inquirente del procuratore federale Stefano Palazzi si sono presentati cinque tesserati, tra cui l'ex tecnico del Bari, il bergamasco Lino Mutti.

Altra giornata d'inchiesta sul Calcioscommesse sull'asse Bari-Bologna in Procura federale, dove davanti al pool inquirente del procuratore federale Stefano Palazzi si sono presentati cinque tesserati: due ex Bari (il tecnico Lino Mutti e Simone Bentivoglio) e tre che hanno vestito o vestono tuttora la maglia dei rossoblù felsinei (Niccolò Cherubin, Emiliano Viviano e Henry Damian Gimenez).

Con un fuoriprogramma: l'audizione dell'ex ds del Grosseto Andrea Iaconi per cui la Procura federale ha già chiesto quattro anni e mezzo di inibizione. La posizione di Iaconi, però, tirato in ballo dalle deposizioni a Cremona di Turati e Joelson per la presunta combine di Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010, si è nel frattempo appesantita e l'attuale ds del Brescia ha cercato martedì (fuori tempo massimo) di chiedere lo stralcio dal processo per cui la Commissione disciplinare si è riunita proprio ieri in camera di consiglio e si è presentata per rendere delle dichiarazioni spontanee in modo da chiarire il suo ruolo nella vicenda.

Al di là del fuori programma, non previsto nel calendario delle audizioni della Figc perché non riguardante gli atti inviati dalla Procura di Bari, sotto la lente degli 007 federali ieri c'è stata la partita Bologna-Bari del 22 maggio del 2011, partita che il capitano del Bari Andrea Masiello (attualmente in forza all'Atalanta) avrebbe tentato di combinare assieme ai suoi amici scommettitori Carella, Giacobbe e De Benedictis che giovedì 19 maggio si recarono a Bologna per incontrare il calciatore Daniele Portanova e convincerlo a combinare il match.

Portanova si sarebbe però rifiutato e il giorno successivo all'incontro, nello spogliatoio, avrebbe ammonito i suoi compagni a «stare attenti». Nell'audizione di ieri Gimenez ha confermato la grigliata fatta quel giovedì dai giocatori del Bologna per festeggiare la salvezza raggiunta, ma non avrebbe confermato invece l'incontro tra giocatori, così come altri rossoblù.

«La Procura ha ribadito che Gimenez non è indagato per illecito sportivo - ha spiegato l'avvocato dell'uruguiano Mattia Grassani -. Non è a conoscenza di comportamenti illeciti che sarebbero stati poi oggetto di obbligo di denuncia».

Si è limitato a salutare i giornalisti che l'incalzavano con un «tutto a posto, c'è il sole», invece, Viviano, rimasto in Procura per circa un'ora. Scuro in volto invece era Mutti, che non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa e che in mattinata era stato chiamato a fornire chiarimenti sulle minacce degli ultrà baresi nei confronti dei calciatori biancorossi affinché perdessero le partite con Cesena e Samp su cui poi loro avrebbero scommesso. Minacce di cui Mutti sarebbe venuto a conoscenza dal portiere Gillet.

Più ingarbugliata la posizione di Bentivoglio che si sarebbe reso più volte disponibile ad attuare il «protocollo Masiello»: nel derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011, ma anche nel tentativo di combine, questa volta per mano degli Zingari, di Palermo-Bari del 7 maggio 2011.

«Masiello segnò oltre al suo, il mio, quello di Bentivoglio e di Rossi... Quello sul letto - ha dichiarato in Procura Figc l'ex compagno Alessandro Parisi riferendosi a uno degli slavi - aprì lo zaino estraendo delle mazzette di denaro legate con un elastico che lanciò verso di noi, quindi verso i giocatori presenti». «Quello che dovevamo dire lo abbiamo detto - ha dichiarato il suo avvocato Massimo Diana -. Abbiamo esposto la nostra tesi difensiva». Probabilmente, il patteggiamento perché Bentivoglio ha deciso di collaborare con la giustizia.

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