Marino: «Dedicato al presidente
Finalmente, è una liberazione»

«Sembrava che su Bergamo fossero calati ungheresi, cecoslovacchi e zingari. Tutti qui. Eravamo il centro di ogni guaio, eravamo in tanto di quel fango che quasi non si respirava più. Ora ce lo stiamo togliendo di dosso e questa è una liberazione». Parola del ds Marino.

«Sembrava che su Bergamo fossero calati ungheresi, cecoslovacchi e zingari. Tutti qui. Eravamo il centro di ogni guaio, eravamo in tanto di quel fango che quasi non si respirava più. Ora ce lo stiamo togliendo di dosso e questa è una liberazione. È il calcio che è malato, non l'Atalanta. Lo dico soprattutto per il presidente: per un anno ha sopportato con grande dignità nefandezze d'ogni genere. Appena lo vedo, abbiamo appuntamento in aeroporto, lo abbraccio».

Il ds nerazzurro Pierpaolo Marino è una furia, dieci minuti dopo che la Commissione Disciplinare ha accolto il patteggiamento proposto dall'Atalanta e dal pm Stefano Palazzi. E in condizioni del genere l'abbraccio subìto ieri sera dal presidente Antonio Percassi non dev'essere stato una carezza.

Anche perché Marino non è comunque tranquillo. «No che non lo sono - spiega -, non mi posso definire contento di questo regolamento che non funziona per il Calcioscommesse, di una responsabilità oggettiva inadeguata che ci ha rifilato otto punti senza colpe dirette».

Per Bergamo è un giorno di festa.
«Mi rendo conto, anch'io sono felice per la programmazione, ora abbiamo certezze e siamo a giugno. Lo scorso anno abbiamo avuto le sentenze in agosto, spero che ora senza l'emergenza si possa lavorare meglio...».

Quando è nata l'idea del patteggiamento?
«È stato un lavoro collegiale dei nostri avvocati con Palazzi e con i legali di Doni. Un lavoro splendido, per il quale mi complimento con loro».

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