Lacrime della fidanzata a Pescara
«Bellissimo, sembrava sorridesse»

Anna Vavassori, la 25enne pallavolista di Borgo Santa Caterina fidanzata di Piermario Morosini, è arrivata domenica mattina all'obitorio dell'ospedale di Pescara per espletare le formalità del riconoscimento della salma. La ragazza - che sabato stava vedendo in diretta la partita - è crollata in lacrime: «Sembrava sorridesse, era bellissimo».

Anna Vavassori, la 25enne pallavolista di Borgo Santa Caterina fidanzata di Piermario Morosini, è arrivata domenica mattina all'obitorio dell'ospedale di Pescara per espletare le formalità del riconoscimento della salma dello sfortunato centrocampista del Livorno morto sabato allo stadio Adriatico.

La ragazza, giunta sabato sera a Pescara, era all'obitorio con le compagne della squadra del Valpala, nella quale gioca. Con lei e con gli amici di Morosini c'erano anche un sacerdote e gli uomini della Digos. La ragazza era affranta e si è stretta nell'abbraccio delle amiche. Un po' di tensione fuori e la richiesta da parte degli amici del rispetto del suo dolore.

La ragazza prima freddamente ha spiegato a tutti che l'autopsia verrà effettuata lunedì mattina, poi davanti alle sue amiche giocatrici e agli amici del fidanzato è crollata in lacrime abbracciando alcuni di loro e mormorando tra i singhiozzi: «Sembrava sorridesse, era bellissimo».

«La famiglia, la fidanzata di Piermario e l'A.S. Livorno calcio ringraziano tutti coloro che in queste ore di dolore sono stati loro vicini nel ricordo di una grande atleta e di una persona speciale». È quanto si legge sul sito ufficiale del Livorno per ringraziare chi è stato vicino a Piermario Morosini.

Sabato Anna stava seguendo la partita Pescara-Livorno in tv, quando Mario si è accasciato. «Mia figlia - ha raccontato la madre, Mariella - è venuta a chiamarmi e mi ha detto: è successo qualcosa a Mario. Siamo subito partiti tutti per Pescara».

«Oltre alla gioia di essere calciatore, attorno a sé ha sempre avuto tanti amici sinceri», ricorda Don Luciano Manenti, rettore del Collegio Sant'Alessandro (e in passato curato al Monterosso), che era il suo padre spirituale. «Con Mario - racconta il sacerdote - parlavamo di tutto tranne che di pallone. Aveva una grande spiritualità»

© RIPRODUZIONE RISERVATA