Sannino: «Il mio gesto istintivo
Destro patrimonio del calcio»

«Non c'era nulla da chiarire, il mio è stato un gesto istintivo, lungi da me fare un gesto che non è nel mio modo di essere". Lo ha spiegato il tecnico del Siena, Giuseppe Sannino, chiarendo la sua esultanza che ha portato all'espulsione sua e di Stefano Colantuono.

«Non c'era nulla da chiarire, il mio è stato un gesto istintivo, lungi da me fare un gesto che non è nel mio modo di essere". Lo ha spiegato il tecnico del Siena, Giuseppe Sannino, chiarendo la sua esultanza che ha portato all'espulsione sua e di Stefano Colantuono, dopo la rete decisiva di Mattia Destro.

«Con Colantuono ci siamo sempre sentiti e ci siamo sempre rispettati, è che siamo entrambi fumantini - ha aggiunto -. Ho voluto gioire per la mia squadra, difficilmente parlo con gli avversari, non mi sono accorto dove andavo mentre esultavo, era un gesto di gioia, nella vita si deve vivere di sentimenti e passioni, quando vieni a vincere in un campo difficile, in una partita dura, è normale un'esultanza così. Nel calcio c'è bisogno di essere quello che si è nel rispetto degli altri».

Parlando della gara si lascia andare, forse per la prima volta in questo campionato in elogi verso i suoi ragazzi, ma non vuol sentire parlare di salvezza: «Il Lecce ha vinto, quindi non siamo ancora salvi. Siamo stati bravi a riprendere subito il risultato, nel secondo tempo abbiamo fatto molta fatica anche se abbiamo avuto qualche ripartenza buona. Bellissimo il gol di Mattia, siamo felici e passiamo la buona Pasqua».

«Ho dei giocatori che mi hanno stupito, non è stato facile - ha aggiunto -. Per quello che fanno in campo vedo un gruppo unito incredibile, per me questo è un dato importante, vedere che vogliono esserci tutti e vivere questo miracolo Siena».

Su Destro usa bastone e carota anche nelle parole di elogio, svelando il segreto per farlo crescere: «Destro, è un patrimonio del calcio italiano, è un talentoche deve continuare a coltivare quello che ha, ma dobbiamo stare attenti a dirgli troppo quanto è bravo. Sarei felicissimo di vederlo in platee diverse, ma dobbiamo essere bravi a fargli capire che non è tutto oro quello che luccica. Ogni tanto lo rimbrotto, gli do qualche calcio ma gli voglio bene, ha fatto delle belle ripartenze ma non sa ancora quali sono i suoi pregi fisici, ancora non si rende conto della sua forza fisica, lo deve ancora imparare».

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