Sport
Mercoledì 01 Febbraio 2012
Il rinvio di Atalanta-Genoa
Su tutto una gran confusione
Il rinvio di Atalanta-Genoa ha suscitato un mare di polemiche, la maggior parte delle quali condivisibili. Una su tutte: la mancanza di tempestività nel comunicare agli sportivi la decisione di non dare il via alla gara. Usare il termine «confusione» non ci sembra esagerato.
Il rinvio di Atalanta-Genoa ha suscitato un mare di polemiche, la maggior parte delle quali condivisibili. Una su tutte: la mancanza di tempestività nel comunicare agli sportivi la decisione di non dare il via alla gara. Usare il termine «confusione» non ci sembra esagerato.
Nel giro di un'ora, o anche meno, si è passati a intermittenza dal «si gioca al non si gioca». Le numerose testimonianze di coloro che hanno subìto il disagio si sono diffuse a macchia d'olio anche attraverso la diretta «Tutto Atalanta», in onda su Bergamo Tv.
C'è chi ha sostenuto che alcuni steward preposti, fuori dallo stadio, al controllo degli spettatori ai tornelli abbiano consigliato loro di ritornare a casa, mentre contemporaneamente altri avallavano l'ingresso. Anche gli sportivi che già avevano trovato posto sulle gradinate dello stadio sono stati in balìa del classico «si dice» aperto alle smentite in rapida successione, ma nulla di ufficiale.
Soltanto alle 18,28 (vale la pena ricordare che il calcio d'avvio sarebbe dovuto essere alle 18) lo speaker dello stadio ha annunciato che a causa delle avverse condizioni meteorologiche la partita sarebbe stata rinviata a data da destinarsi. Scontate le rumorose reazioni dei presenti: fischi di disappunto da ogni angolo dello stadio e cori, provenienti dalla Curva nord («Vergogna-vergogna»).
Portavoce della società, dagli spogliatoi, il direttore dell'area tecnica Pierpaolo Marino che ha attribuito la decisione ai preposti all'ordine pubblico. Alla dichiarazione misurata del carismatico dirigente nerazzurro hanno fatto riscontro le parole di ben altra portata pronunciate dal direttore sportivo del Genoa, Stefano Capozzucca, come riportato in altra parte di questo sito.
Prendiamo atto che la scelta del rinvio è stata presa per motivi di ordine pubblico e su questo c'è poco da discutere visto che i preposti istituzionali operano per tutelare l'incolumità del persone. Insistiamo, però, col dire che una maggior rispetto nella comunicazione era auspicabile nei confronti di cittadini. Poi, si sa, che alla fine la o le responsabilità dei disagi provocati sono sballottate da più parti. Alla prossima, purtroppo…
Arturo Zambaldo
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