Senz'anima non è la vera Atalanta
Da tenere d'occhio la classifica

Il terzo blackout stagionale - i primi due sul campo di Roma e Bologna - costa all'Atalanta la seconda sconfitta consecutiva, la terza in trasferta, la quarta del campionato. E la lezione di giornata è evidente: l'Atalanta, non può mai prescindere dal furore agonistico.

Il terzo blackout stagionale - i primi due sul campo di Roma e Bologna, entrambi durati un tempo - costa all'Atalanta la seconda sconfitta consecutiva, la terza in trasferta, la quarta del campionato (tutte con due gol di scarto). E la lezione di giornata è evidente: siamo l'Atalanta, non si può mai prescindere dal furore agonistico.

Se parla di «intensità» Antonio Conte, che allena la Juventus, figuriamoci se può prescindere da questa caratteristica una provinciale partita da -6 per puntare alla salvezza. Ma non è tutto. Per esempio la conseguenza più evidente dello 0-2 dell'Olimpico è il netto peggioramento della classifica: in un solo pomeriggio ci hanno «mangiato» tre punti Chievo, Parma e, in coda, Cesena e Lecce.

Niente di grave, se da qui a fine stagione contassero solo i risultati ottenuti sul campo. Ma sappiamo tutti che c'è in corso un campionato «parallelo», quello del Calcioscommesse. E la giustizia sportiva, purtroppo, non ci lascerà tranquilli.

Si badi bene: il problema non è la sconfitta. Sapevamo che queste ultime tre partite dell'andata rischiavano di trasformarsi in altrettante sconfitte. Dopo aver perso appena due volte in 16 turni, era normale che succedesse. Siamo l'Atalanta, era impossibile tenere fino a maggio il ritmo da Uefa League.

Ma un conto è perdere dopo aver combattuto da Atalanta, perché gli avversari si dimostrano più forti. Un altro giocare senza la personalità necessaria, subendo gli avversari e trasformando squadre in difficoltà (com'era domenica la Lazio a inizio partita) in presunte grandi.

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