Scommesse, memorie al Tnas
L'Atalanta si cautela e punta al -3

Ci sono novità, nel Calcioscommesse: l'Atalanta a sorpresa ha comunque presentato una mini-memoria al Tnas, che deve emettere l'ultimo grado della giustizia sportiva. Ricordiamo che il collegio arbitrale entro la fine di gennaio dovrebbe emettere la sentenza riguardo al -6 inflitto ai nerazzurri per l'illecito di Atalanta-Piacenza. E che dopo l'arresto di Doni ha chiesto alle parti un supplemento di memorie entro il 5 gennaio.

La Figc e i legali di Doni e dell'Atalanta hanno però replicato: ma se Doni verrà interrogato a Cremona solo l'11 gennaio (mercoledì...), com'è possibile presentare una memoria prima? Chiediamo un posticipo. Ora il Tnas deve decidere. Se ipotizziamo logico un posticipo diciamo al 15-20 gennaio per le nuove memorie, è lecito che poi il Tnas si prenda 10-15 giorni in più per emettere la sentenza.

Nel frattempo comunque l'Atalanta pur aderendo alla richiesta di proroga ha inviato una mini-memoria al collegio arbitrale. Non è dato conoscere nel dettaglio i contenuti, ma non sono difficili da immaginare: le scuse per la battaglia a favore dell'innocenza combattuta per sei mesi, disponibilità alla totale collaborazione, sul piano legale comunque la richiesta di riduzione da 6 a 3 punti di penalizzazione, togliendo i due di aggravante decisi in 2° grado dopo l'assoluzione di Manfredini e quello legato alla responsabilità presunta.

Entro qualche giorno ne sapremo di più: il Tnas dovrà decidere se concedere o meno la proroga dei termini, poi dovremo aspettare la sentenza definitiva. Mal che vada arriverà entro metà febbraio. A quel punto sapremo cosa «pesa» un illecito sportivo realizzato: il -6 attuale, o a scalare, fino a -3. A quel punto, immaginiamo di essere a metà febbraio, l'Atalanta si potrà «muovere». Conoscendo il «peso» di un illecito, la società dovrà capire come affrontare il nuovo filone del Calcioscommesse (Ascoli-Atalanta e Padova-Atalanta). E questo sarà un nodo cruciale per la primavera nerazzurra.

Leggi di più su L'Eco di martedì 10 gennaio