Colantuono sceglie Percassi
«Se vuole, non mi muovo più»

A Zingonia c'è la nebbia, eppure Colantuono ci vede chiarissimo.«Il presidente Percassi dice che resterò qui a lungo? La mia posizione è chiara: se nessuno mi caccia, io da qui non mi muovo. Ho già fatto un'altra volta questa stupidaggine...».

A Zingonia c'è la nebbia, eppure Stefano Colantuono ci vede chiarissimo. Due brontolate (immancabili) perché l'umidità gli causa un po' di mal di schiena, poi testa alla terza miniserie, quella che porterà alla sosta di Natale.

L'obiettivo da qui ad allora è arrivare a quota 20 (19-20, dice) e regalarsi una serata... a base di polenta. Non però la taragna che vuole assaggiare Masiello, ma una polenta & sugo tradizione del centro Italia che gli ricorda l'infanzia in famiglia, ad Anzio.

Prima però c'è tempo per dire del Siena, della possibile camminata-salvezza fino a Caravaggio, della stima del presidente Percassi abbinata a nuove scuse per l'improvviso addio del 2007. È proprio un Colantuono diverso, quello che sta allenando l'Atalanta rivelazione. O almeno lo sembra, diverso...

«Macché - comincia il mister -, io sono sempre lo stesso. E anche le due squadre si somigliano. Quest'Atalanta, rispetto a quella dei 50 punti in A, è tosta uguale e ha lo stesso sistema di gioco, anche se con interpreti diversi».

Mister, quella faceva contropiede, questa gioca a calcio...
«Quella aveva due mediani di rottura, Donati e Migliaccio, e poi la palla andava a Doni regista offensivo. Questa ha Cigarini in mezzo al campo, quindi sviluppa un gioco diverso».

Questa squadra vale quei 50 punti?
«Vediamo... 50 meno 6 fa 44. Mi pare sia una quota da salvezza. Sì, spero di sì».

Anche lei sottoscrive i 20 punti per Natale?
«Sicuro. Sarebbero 26, con altre tre partite prima di fine andata. Difficili, ma da giocare. Sì, 19-20 punti per Natale li sottoscrivo».

Le avversarie dove saranno?
«Prima bisognava eliminare la penalizzazione, poi aumentare il vantaggio sulle ultime tre. Adesso dovremo mantenere e consolidare questa situazione. Poi mi piacerebbe allungare...».

Però.
«Io sono chiaro, e l'ho detto anche alla squadra: fin quando possiamo essere martello, diamoci dentro...».

...come no, i proverbi di Colantuono: poi capiterà di essere incudine...
«Appunto. Adesso diamoci dentro, ai momenti difficili penseremo quando capiteranno».

Quindi lei sa già che la squadra ricomincerà con il piede giusto?
«In queste due settimane abbiamo lavorato bene. Sono molto soddisfatto. Anche se il risultato poi dipende da molti fattori. Ma per la verità io sono contento di come questo gruppo lavora dal primo giorno di ritiro. Non ho mai visto un calo di tensione. Bravi, bravi davvero...».

Beh, capiteranno anche i giorni sbagliati. Non crede?
«Come no. Ma prima di arrivare a quota 20 in classifica nessuno può mollare niente. Non è possibile. Proibito. Il primo che molla di un centimetro mi sente. Qui nessuno ha ancora fatto niente, è chiaro?».

Chiaro mister, è chiaro. Ma lei non crede che questa squadra possa restare sino alla fine sopra la zona retrocessione?
«Sì, io mi auguro che vada così, ma mi rendo conto che molto dipenderà da noi. Dovremo continuare con la voglia di giocare a calcio. Guai a voler speculare. E guai a perdere la misura: obiettivo salvezza».

Certo, adesso viene il difficile. Restare ai livelli delle prime 10 giornate. Non crede?
«Ne sono convinto. Ma questa squadra ha dei valori morali, si ripeterà. Continueremo a far parlare bene di noi».

Fin troppo. Sa, il mercato di gennaio...
«Ma quale mercato? Il presidente e la società hanno detto che qui nessuno si muove. Io sto con loro».

Ma come... Schelotto, Gabbiadini...
«E 'ndò vanno? Nooo, Schelotto deve correre per noi, insieme faremo benissimo. E Manolo ha già capito che questo momento gli serve tantissimo per crescere».

Con l'Under fa meraviglie, qui non gioca...
«Questione di modulo, di tempi: un po' ha giocato, Denis sta facendo benissimo, il ragazzo sa che diventerà un grande e lavora per dimostrarlo. Il futuro è suo».

Il presidente Percassi ha detto che anche lei resterà a lungo...
«La mia posizione è chiara: se nessuno mi caccia, io da qui non mi muovo. Ho già fatto un'altra volta questa stupidaggine...».

Mister, questa è una bella ammissione di colpa...
«Che vi devo dire... Errare è umano, ma perseverare diabolico... Io da Bergamo non mi muovo...».

Il presidente ha detto anche che se ci salviamo bene si va tutti a Caravaggio a piedi.
«Zero problemi. Io ci vado spesso, conosco pure le scorciatoie... Il santuario è davvero un bel posto per riflettere...».

Mister... complimenti!
«Aò, che pensavate? Al Santuario ci vado regolarmente, è successo anche quando non ero a Bergamo, figuriamoci adesso».

Giù il cappello. Ma prima di fine andata la battiamo una grande?
«Ci attrezzeremo per provarci...».

Lei cosa darebbe per vincere col Napoli?
«Guardi, per preparare al meglio la sfida al Napoli c'è un'unica via: una grande prestazione a Siena. E tornare con un risultato positivo».

Un desiderio da qui a Natale?
«Beh... lo posso dire... Una cena libera, di quelle che di solito non mi posso permettere. Direi a base di polenta...».

Pure lei come Masiello?
«No, niente taragna. Penso a una di quelle polente che mangiavo da ragazzino, a casa ad Anzio. Tagliere in mezzo al tavolo, polenta rovesciata dal paiolo e sopra del sugo con dentro di tutto...».

Bello mister, ma i suoi esami?
«Beh, non è che posso stare sempre in riga... Adesso facciamo ancora qualche punto, poi mi organizzo...».

Pietro Serina

© RIPRODUZIONE RISERVATA